Israele, dopo Gaza colpisce in Siria

Aerei americani e missili israeliani hanno colpito oggi in Siria, dove si trovano basi militari e depositi d’armi dell’Iran. Sono 12 i morti.

Il timore di una tragica escalation della guerra in Medio Oriente cresce, dopo gli attacchi aerei delle ultime ore a danno dell’Iran. La Repubblica islamica è stata sinora un convitato di pietra, uno spettro che incute le più angosciose preoccupazioni ma non si è ancora materializzato. Negli ultimi giorni però il tono si è fatto minaccioso nei confronti degli stessi Stati Uniti, in quanto sostenitori di Israele. Da sempre il registro linguistico della diplomazia di Teheran è aggressivo, secondo uno stile consolidatosi nel tempo.

Israele, dopo Gaza colpisce in Siria
A Gaza, sotto le bombe, il cielo non appare più – rationalinternation.net Ansafoto

 

E’ stato il ministro della difesa iraniano, il generale di brigata Mohammed Reza Ashtiani, a dare in questi giorni un “consiglio” agli americani. Ha chiesto di porre fine immediatamente alla guerra in Medio Oriente e di garantire il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. E’ una sfida esplicita, diretta e inequivocabile: se Washington non si adegua, gli Stati Uniti saranno colpiti duramente. Ugualmente, vengono considerati responsabili anche alcuni Paesi europei, che stanno aiutando Israele. L’avvertimento è a non incorrere nell’ira dei musulmani, che nelle piazze di tutto il mondo manifestano contro la strage di civili palestinesi. Di questo passo, come ha dichiarato il ministro, l’escalation è inevitabile, mentre Hamas ospita ancora 200 ostaggi israeliani nei tunnell sotterranei di Gaza city.

Alle minacce di guerra rispondono raid aerei e missili

Si può discutere sulla capacità dell’Iran di rappresentare tutto il mondo musulmano, che presenta anche posizioni moderate come quelle del Qatar e dell’Arabia Saudita. Intanto però Israele ha colpito con dei missili aria-terra alcune basi militari iraniane che si trovano in Siria. Lo hanno fatto sapere alcune organizzazioni umanitarie siriane, che parlano di 12 morti. Da parte propria, l’agenzia di stampa Sana (Syrian Arab News Agency) riferisce di un attacco dello Stato ebraico, chiamandolo “nemico israeliano”. Si tratterebbe di un raid dei caccia F-16, aerei talmente veloci e potenti da poter raggiungere la Siria in pochi minuti.

Israele, dopo Gaza colpisce in Siria
A Tel Aviv continuano, ogni giorno, le manifestazioni dei familiari degli ostaggi di Hamas – rationalinternational.net Ansafoto

E gli Stati Uniti svolgono un ruolo attivo, dal momento che hanno colpito con dei cacciabombardieri F-15 un deposito d’armi che si trova nella Siria orientale, e che viene usato dalle Guardie iraniane della Rivoluzione islamica e dai gruppi affiliati. La fonte della notizia è Lloyd Austin, segretario alla Difesa di Washington. Certo si tratta di operazioni contro l’Iran legate ad eventi precedenti l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Ed è tutt’altro che facile che Teheran entri direttamente in guerra, considerata la crisi economica del Paese e le notevoli difficoltà di bilancio.

Non si vede, però, come sia possibile evitare l’escalation, se ancora non appare un orizzonte di mediazione, e meno ancora si sa quando finiranno i bombardamenti su Gaza. A più di un mese dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, si ignora per giunta quale amministrazione sia possibile nella Striscia e in Cisgiordania. L’Anp appare a tutti screditata, mentre Hamas ha una strategia inaccettabile per Tel Aviv e l’Occidente. Le vittime, nella Striscia, sono già più di 10mila, mentre i civili che non si sono trasferiti a Sud sono tutt’ora privi di sicurezza, anzi esposti ai bombardamenti israeliani.

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