Buckingham Palace ha confermato la malattia di Re Carlo III, senza tuttavia specificarne la natura. Ciò ha dato adito a speculazioni.
E pensare che Re Carlo III ha scelto di condividere i risultati degli esami diagnostici per evitare speculazioni. Come nel caso di Kate Middleton, la mancanza di chiarezza produce inevitabilmente curiosità, soprattutto quando si tratta del Re d’Inghilterra. Il sovrano ha iniziato le terapie ed ha annunciato il temporaneo “ritiro” dalle scene. Nel frattempo in molti hanno iniziato a produrre ipotesi circa la natura della patologia oncologica. E’ assodato che non si tratti di cancro alla prostata, in quanto – in un primo momento – i medici curanti non avevano individuato niente di preoccupante.
Solo in seguito all’intervento gli esami hanno identificato le cellule maligne e predisposto dunque il primo ciclo di cure. Ma se non si tratta di tumore alla postata, quale organo ha subìto le conseguenza dell’insorgenza della malattia? Gabriele Antonini, urologo-andrologo dell’ospedale Sandro Pertini (Roma), ha ipotizzato che i chirurghi siano riusciti ad individuare la neoplasia nella fase di penetrazione endoscopica della prostata attraverso l’uretra. Analizzando la vescica quindi potrebbero aver trovato un tumore vescicale. Questa, secondo lo specialista, potrebbe rappresentare l’ipotesi più verosimile considerando le poche informazioni a disposizione.
L’ennesimo mistero
Antonini ha spiegato che, quando ad operarsi è un paziente di tale importanza, generalmente i medici effettuano una tac ed uno screening completo, in modo da non incorrere ad eventuali problematicità in fase di intervento. L’urologo ha quindi sostenuto che, oltre al papabile tumore alla vescica, è possibile che gli operatori sanitari abbiano individuato qualcosa durante gli esami preoperatori. Egli fa riferimento quindi all’insorgenza della leucemia – diagnosticabile tramite analisi del sangue – oppure ad un cancro ai polmoni, scoperto in seguito all’osservazione della lastra.
Si tratta, ad ogni modo, di sterili teorie che non troveranno conferma prima di un aggiornamento da parte del portavoce di Buckingham Palace. “Mi sentirei di escludere” – ha infine sostenuto – “un cancro al fegato, al pancreas o all’intestino. Quest’ultimo sicuramente no, perché è impossibile nel contesto di un’ipertrofia prostatica trovare un tumore intestinale”. Nel merito è intervenuto anche l’infettivologo Matteo Bassetti, il quale ha espresso il suo scetticismo riguardo la scelta di Re Carlo III di rivolgersi a Michael Dixon, esperto di omeopatia e cure alternative, non proprio affidabile. “Per fortuna sua e dei suoi sudditi, niente omeopatia per curare il cancro” – ha ironizzato quest’ultimo – “Benedetta l’incoerenza di cui anche in Italia ci sono veri campioni”.