Si era recato al Pronto Soccorso ben quattro volte in una sola settimana, ma per lui non c’è stato nulla da fare. Morto a soli 38 anni
Non è servita a nulla la corsa in ospedale con l’ambulanza. Matteo Bertoldo è morto durante il trasporto presso la struttura ospedaliera di Vicenza.
Un episodio che ha lasciato la sua famiglia devastata dal dolore per una perdita a cui nessuno riesce a dare una ragione. A rendere ancora più amaro il tragico episodio è il fatto che Matteo si era recato ben quattro volte in ospedale in una settimana, prima di morire. Ora gli inquirenti indagano per cercare di capire se c’è stata qualche negligenza e – in tal caso – chi ha avuto delle responsabilità.
Quattro volte in Pronto Soccorso, inutilmente
L’episodio è avvenuto lo scorso venerdì 2 febbraio, quando Matteo Bertoldo, ragazzo di 38 anni di Piovene Rocchette, in provincia di Vicenza, è morto in ambulanza mentre il 118 lo stava trasportando d’urgenza in ospedale. Secondo una prima ricostruzione, la morte del ragazzo sarebbe avvenuta a causa di una emorragia. Tuttavia, è stato aperto un fascicolo di inchiesta da parte del pm Gianni Pipeschi, il quale ha anche disposto l’autopsia del 38enne, per cercare di capire che cosa sia successo davvero.
A destare il sospetto che qualcosa sia andato come non doveva andare è il fatto che Bertoldo si era recato ben quattro volte in Pronto Soccorso, per via di una ciste. Ma era sempre stato dimesso e questo ha insospettito la famiglia, che ora vuole capire che cosa sia successo davvero. Secondo quanto raccontato dai familiari, Matteo era in buona salute e stava bene. Nella giornata del 19 gennaio, il 38enne si era recato al pronto soccorso dell’ospedale Alto Vicentino per medicare una ciste in zona inguinale. Questa si era infettata e gli causava dolore. Tuttavia, il primo tentativo andò a vuoto per via dell’eccessivo affollamento nel Pronto Soccorso. Così Matteo tornò il giorno dopo e, dopo aver medicato la ferita, i medici gli consigliano alcuni antidolorifici in caso di dolore eccessivo.
Solo tre giorni dopo il ragazzo ha un’emorragia e il giovane, spaventato, chiama il 118. Dopo il trasporto in ambulanza, l’emorragia viene fermata e la ferita richiusa. Dunque Matteo viene dimesso dall’ospedale e gli viene detto di ripresentarsi in ospedale qualche giorno dopo la medicazione. E così farà. La medicazione gli viene cambiata e lui torna a casa. Tuttavia, la sera stessa, il 38 ha una nuova emorragia. Anche in quel caso allerta il 118, ma questa volta la corsa in ospedale è inutile: Matteo muore in ambulanza.
Sarà ora il medico legale a stabilire quale sia stata la causa del decesso del 38. L’autopsia sarà fondamentale anche per capire se il ragazzo poteva essere salvato e se ci siano state delle negligenze o responsabilità da parte di qualcuno. Ad indagare sarà la Procura di Vicenza.