Tradire in Ucraina è molto pericoloso e non c’è differenza tra chi collabora con il nemico e chi vuole solo sopravvivere.
Quali sono le conseguenze in Ucraina per chi collabora con il nemico? Prima di esaminare la risposta a questa domanda bisogna sottolineare un aspetto importante. La legge ucraina mira a perseguire coloro che hanno collaborato con l’invasore, ma c’è un problema. Spesso non riesce a distinguere tra chi ha scelto la collaborazione attiva e chi ha cercato semplicemente di sopravvivere durante l’occupazione russa.
Uno degli esempi più controversi di collaborazione con l’invasore è il caso di Volodymyr Mamon, un ex poliziotto locale che ha scelto di collaborare con le forze russe durante l’occupazione di Hroza. Le accuse a suo carico comprendono l’aver fornito informazioni che hanno portato a un devastante attacco missilistico durante una veglia funebre, causando la morte di numerosi civili. Questo caso, sebbene estremo, è solo la punta dell’iceberg di migliaia di cittadini ucraini accusati di collaborazione con le forze russe. La caccia ai traditori in Ucraina ha portato a indagini massicce, con oltre 1.500 indagini solo nella regione di Kharkiv. Tuttavia, tracciare una linea chiara tra coloro che hanno attivamente collaborato e coloro che hanno cercato di sopravvivere è un compito arduo. La giustizia ucraina si trova spesso a dover affrontare la sfida di distinguere tra criminali e persone costrette a lavorare con l’invasore per garantire la propria sicurezza.
Non c’è distinzione
La storia di Svetlana Tsyba, impiegata nell’amministrazione locale di Kindrashivka, offre un’idea delle complessità legate alla collaborazione forzata. Durante l’occupazione russa, Tsyba è stata costretta a continuare il suo lavoro sotto la minaccia delle autorità russe. La liberazione del suo villaggio ha portato a un interrogatorio da parte delle autorità ucraine, ma la sua situazione è ancora incerta, evidenziando le difficoltà di separare coloro che hanno agito per necessità da veri traditori. La legislazione ucraina sul collaborazionismo, delineata negli articoli 111 e 436 del codice penale, ha ricevuto critiche da parte di organizzazioni come Zmina e delle Nazioni Unite. Gli articoli sono considerati troppo ampi, potendo interpretare qualsiasi attività condotta sotto l’occupazione come collaborazionismo. Anche atti apparentemente innocenti, come il pagamento delle tasse, possono portare a condanne.
Nonostante le critiche, il tentativo di modificare la legge è un terreno politicamente instabile in Ucraina. Dodici proposte di emendamento sono state bloccate, e la paura di perdere consensi impedisce ai politici di affrontare apertamente la questione. L’opinione pubblica è divisa, con chi ha vissuto l’occupazione che spesso adotta posizioni radicali, mentre i politici si concentrano su un ulteriore inasprimento delle pene. Inoltre, le conseguenze della caccia ai traditori vanno oltre le questioni legali. Con oltre 100.000 casi di crimini di guerra russi raccolti nell’ultimo anno, il sistema giudiziario ucraino è già al limite. Processi e indagini per collaborazionismo rischiano di sovraccaricare ulteriormente il sistema, con possibili impatti negativi sulla capacità di affrontare futuri sviluppi del conflitto.
La caccia ai traditori in Ucraina presenta sfide complesse e articolate. La distinzione tra colpevoli e innocenti, la criticità della legge sul collaborazionismo e le possibili conseguenze sociali evidenziano la necessità di una riflessione approfondita sulla legislazione attuale. Modifiche o emendamenti, sebbene politicamente difficili, potrebbero essere necessari per garantire una giustizia equa e promuovere una riconciliazione nazionale autentica. La comprensione delle conseguenze sociali a lungo termine è cruciale per la costruzione di una società ucraina più unita e resiliente.