Kiev ottiene i 50 miliardi dalla Commissione Europea. Si presenta però una minaccia inaspettata, proveniente da Solidarnosc.
Solidarnosc, sindacato autonomo dei lavoratori fondato in Polonia, ha confermato l’intenzione di scioperare venerdì 9 febbraio. I trattori, così come è avvenuto nelle principali metropoli europee, bloccheranno le strade e i valichi di frontiera con l’Ucraina. La decisione della Commissione Europea di approvare l’invio di 50 miliardi a Volodymyr Zelensky è apparsa come una beffa ai danni dell’intera categoria di lavoratori. Parliamo di più di 440 milioni di cittadini che assistono, nuovamente ed incessantemente, all’ennesimo voltafaccia dei vertici, in favore di una causa che allo stato attuale non dovrebbe competere all’Ue. Dal lancio della prima bomba russa, l’Ucraina ha ricevuto in dono più di 73 miliardi di euro.
I fondi europei dovrebbero essere utilizzati per garantire il benessere dei cittadini e non certo per alimentare l’infinto prolungamento di un conflitto che non rientra, almeno in linea teorica, nei nostri interessi. Una posizione, questa, che difficilmente può essere controbattuta. “La posizione di Bruxelles è inaccettabile e la nostra pazienza è finita” – hanno sostenuto a gran voce gli agricoltori polacchi iscritti al Solidarnosc. E così Kiev, sopravvissuto vincente alla disputa tra i 26 paesi e l’Ungheria in merito all’invio del pacchetto di aiuti, si trova ora a combattere con un sostanzioso gruppo di agricoltori che manifesta quasi la medesima stanchezza del suo fiacco esercito.
Gli agricoltori contro Kiev
Esponenti governativi che si curano degli interessi di semplici agricoltori? No, è molto più affascinante e stimolante pensare di poter respingere le truppe russe che, dal febbraio 2022, dominano i territori ucraini. Poter urlare a gran voce, un giorno, di aver costretto Vladimir Putin al ritiro rappresenta sicuramente un obiettivo più ambizioso. Una volta che i 50 miliardi raggiungeranno i conti statali della nazione gialla-blu, il debito raggiungerà la bellezza di 123 miliardi di euro. Soldi che, parlando francamente, l’Unione Europea non rivedrà mai più.
Laddove Putin dovesse realmente rinunciare alla causa – ipotesi poco probabile – Zelensky dovrà sfruttare quel poco che gli rimane per ricostruire una terra devastata. Ciò richiederà anni, se non decenni. Eppure, la Commissione Europea sembra abbia ancora voglia di buttare denaro. “Come pagare un tossico” – dice Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano. Il premier ucraino gode di ottime doti oratorie, le stesse che un tossicodipendente utilizza per convincere i famigliari a concedergli quell’ultima dose. E così il leader è riuscito nel suo intento di ricevere l’ennesimo pacchetto che verrà utilizzato per l’acquisto di armi e l’incremento di un esercito, in favore di una guerra che ormai procede per inerzia. Nel frattempo, gli agricoltori vengono abbandonati a loro stessi, così come le categorie di lavoratori più umili.