Valentina, per lei sentenza da incubo

Valentina Boscaro è stata condannata a 24 anni di reclusione per l’omicidio di Mattia Caruso. Era riuscita a depistare gli investigatori.

Valentina Boscaro, 32 anni, è stata condannata a 24 anni di reclusione per l’omicidio del compagno, Mattia Caruso. “Bugiarda, manipolatrice e violenta” – con queste parole la giudice Mariella Fino ha descritto l’imputata, colpevole di aver pugnalato il giovane al cuore. Ha tentato di giustificare l’atto come un raptus, una conseguenza nel comportamento malsano manifestato dal fidanzato. Ha sostenuto che la vittima facesse uso di stupefacenti e che fosse solito sfogare la rabbia nelle risse di strada. E’ riuscita persino a deviare il percorso di indagine, convincendo un colonnello dei carabinieri a fare colazione con lei e guidando in prima persona l’interrogatorio con il pubblico ministero e gli avvocati difensori.

Valentina Boscaro condannata a 24 anni
Valentina Boscaro è stata condannata dal tribunale di Padova – foto: ansa – rationalinternational.net

La sua testimonianza non si è però limitata alla mortificazione della sua vittima, bensì anche alla denuncia di presunti abusi subìti dal compagno precedente, tra l’altro, padre di sua figlia – Giovanni Malara. Ciò ha implicato il necessario impegno di giudici, assistenti sociali e aziende sanitarie in “complessi e costosi accertamenti”, oltre “all’umiliante sequela di controlli presso Sert [Servizio per le Tossicodipendenze] per il giovane. In sostanza, con il suo viso angelico è riuscita a convincere gran parte degli inquirenti che si fosse trattato di un raptus, una manipolazione della realtà che è costata al tribunale molto più del previsto. Eppure, alla fine, quanto espresso da Valentina si è rivelato un mero racconto, intessuto dalla sua mente pericolosa.

“Bugiarda, manipolatrice e violenta”

“Non volevo ucciderlo” – ha sempre dichiarato. Il tribunale non ha però creduto alle sue parole: il legale della 32enne non è riuscito a rimuovere dai capi di imputazione l’ipotesi di delitto preterintenzionale. Il 7 settembre 2022, pochi giorni prima di essere ucciso, Mattia ha ricevuto un sms dalla compagna: “Ti amo. Se smetti di bere ci sposiamo”. Quel messaggio convinse il ragazzo a trasferirsi a casa di Valentina e di sua figlia, nella speranza di poter attenuare le tensioni e costruire un futuro di coppia degno di essere chiamato tale.

Il tribunale non crede alle parole di Valentina
Padova, il tribunale non crede in Valentina – foto: ansa – rationalinternational.net

Il 18 settembre ha ricevuto un secondo messaggio: “Senza rancore Mattia, la storia è questa: sei la mia palestra sessuale” – si legge – “dove sfogo le mie fantasie, ma per il resto sei da buttare”. Il 25 settembre Valentina l’ha pugnalato al cuore. Per il tribunale Boscaro “non è una donna che agisce in un momento di disperazione”, in quanto – in seguito all’omicidio – è riuscita persino, con mente lucida e fredda, “a costruire una realtà alternativa dettagliata e coerente, portando fuori strada gli investigatori”. La sentenza è così divenuta chiara: l’imputata dovrà trascorrere i prossimi 24 anni dietro le sbarre di una struttura penitenziaria.

 

Gestione cookie