Tra le patologie oncologiche più insidiose, il tumore al cervello rientra tra le neoplasie con il più alto tasso di mortalità.
Il successo terapeutico delle patologie oncologiche dipende soprattutto dai tempi di diagnosi. Per questa ragione la comunità medico-scientifica, oltre ad investire sullo studio delle possibili cure mediche, dedica gran parte del tempo al potenziamento delle tecniche di identificazione della malattia. Il tumore al cervello ad esempio, considerato tra i più insidiosi, necessita di una biopsia chirurgica per essere valutato in maniera ottimale e soprattutto per certificarne l’insorgenza.
Si tratta di un esame oggettivamente invasivo, in quanto prevede la rimozione di una modesta porzione di massa, la quale segue l’analisi del tessuto al microscopio. Un intervento di questo tipo richiede tempo e, purtroppo, i malati oncologici non godono di tale lusso. Tuttavia, uno studio condotto dall’Imperial College Healthcare NHS Trust, in collaborazione con l’Imperial College di Londra, ha messo a punto una tecnica volta all’individualizzazione precoce delle cellule tumorali disperse nel sangue. Si tratta del TriNetra-Glio ed è pensato per diagnosticare alcuni dei tumori più pericolosi: le cosiddette neoplasie gliali, le quali rappresentano il 40% dei tumori cerebrali.
“Una vera e propria svolta”
Il TriNetra-Glio non è nient’altro che un semplicissimo esame del sangue. In fase di analisi, il personale sanitario isola le cellule tumorali che si sono disperse nel sangue, per poi stabilirne la natura una volta analizzate al microscopio. “Questo test non è solo un indicatore della malattia” – spiega il dottore Kevin O’Neil, neurochirurgo consulente presso l’Imperial College Healthcare NHS Trust e direttore del Brain Tumour Research Centre of Exellence – “ma una vera e propria biopsia liquida diagnostica”. I vantaggi di questa nuova tecnica sono fondamentalmente tre. In primo luogo è possibile identificare la malattia precocemente, eseguendo un semplice esame del sangue.
In secondo luogo il paziente potrà evitare di sottoporsi ad un’operazione invasiva quale è la biopsia chirurgica. Per concludere, questi due fattori convogliano inevitabilmente nel terzo grande vantaggio, associato ad una maggiore – e più rassicurante – probabilità di sopravvivenza. Attualmente solo nel 25% dei casi un paziente oncologico cerebrale riesce a sopravvivere per più di cinque anni dalla diagnosi ed è per questo che O’Neil ritiene che l’applicazione del TriNetra-Glio rappresenti “una vera svolta” ed “una novità mondiale”. Sarà inoltre possibile usufruire di questa tecnica per molti dei “tumori meno accessibili, a causa della loro posizione o di altri impedimenti”.