Volodymyr Zelensky e Abdel Fattah al-Burhan hanno organizzato un “vertice improvviso”: le forze ucraine attaccano i russi in Sudan.
La notizia è stata diffusa dal Kyiv Post – il più importante quotidiano in lingua inglese di Kiev – il quale ha avuto accesso a diverse riprese che mostrano alcuni droni impegnati in un attacco a sorpresa contro “i mercenari russi” ed “i loro partner terroristici locali”. Si presume si tratti di una rappresaglia pianificata dalle forze speciali ucraine, le quali – venute a conoscenza della presenza di sostenitori del Cremlino in Sudan – avrebbe deciso di reagire. Non si tratterebbe, di fatto, di un caso isolato: nel mese di novembre dello scorso anno, un video ha ripreso un gruppo delle Special Operation Forces ucraine (Sof) impegnato in un vero e proprio combattimento contro i miliziani del gruppo Wagner, mentre nelle settimane seguenti alcuni droni hanno colpito alcuni veicoli della Rapid Support Forces (Rsf) russa.
Una fonte sudanese ha infine confermato alla CNN che il 90% delle armi utilizzate dalla Rsf proverrebbe dalla Private Military Company russa (Pmc) del gruppo Wagner. Nonostante la ribellione di Yevgeny Prigozhin, il Cremlino ha deciso di non schiacciare la compagnia, poiché necessaria per esercitare forza, autorità e coinvolgimento militare nelle zone oltre il confine della Federazione Russa. L’invio delle forniture alla Rsf non si sono interrotte neppure in seguito alla morte del leader della Wagner e del suo vice, Dmitry Utkin. Si tratta di un escamotage che consente allo “zar” di stuzzicare altri “teatri” di interesse, senza tuttavia assumersi la completa responsabilità degli attacchi da loro pianificati.
Gli ucraini colpiscono i russi, in Sudan
Nel mese di settembre, Volodymyr Zelensky e Abdel Fattah al-Burhan, capo supremo del consiglio sudanese, hanno avuto modo di discutere della presenza della Rsf russa nel territorio. Si è così consumato un “vertice improvviso” a Shannon – in Irlanda – durante il quale entrambi i leader si sono confrontati sulle “sfide in comune”, associate prevalentemente alla sicurezza e al contrasto delle “attività di gruppi armati illegali finanziati dalla Russia”. Da allora le forze speciali ucraine hanno iniziato ad esercitare una pressione sempre più forte sui “mercenari russi”, tanto da eseguire una mirata e precisa operazione di pulizia dello Stato arabo-africano.
Ora, come ci insegna il conflitto israelopalestinese, è chiaro che colpire i “nemici” anche oltre i confini delle potenze coinvolte potrebbe produrre un’ulteriore escalation. Si presentano dunque due scenari: è possibile che le rappresaglie delle Sof ai danni della Rsf rimangano isolati e fini a sé stesse oppure che Vladimir Putin, indispettito dai punzecchiamenti di Volodymyr Zelensky e del suo “nuovo amico” sudanese, decida di trasferire una parte delle truppe in Africa per zittire le forze speciali ucraine. Per il momento gli esperti militari concordano sulla posizione che il Cremlino prediligerà la prima ipotesi, in quanto concentrato sull’occupazione della nazione gialla-blu.