Orban Blocca gli Aiuti all’Ucraina: Vertice Ue in Bilico
Il futuro dell’Unione Europea si gioca su un tavolo carico di tensioni e incertezze circa il destino degli aiuti all’Ucraina. La figura centrale di questa contesa è il primo ministro ungherese Viktor Orban. Con la sua opposizione, tiene in sospeso un accordo a 27 sulla revisione di medio termine del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 dell’UE (QFP o MFF).
Il tema principale dell’agenda è rappresentato dai 50 miliardi di euro di aiuti destinati all’Ucraina. Questi soldi rappresentano un sostegno vitale per il paese in guerra con la Russia. Orban, noto per la sua politica nazionalista e spesso critico nei confronti delle politiche dell’UE, mantiene una posizione ambigua. Egli infatti non svela le sue carte fino al Consiglio Europeo straordinario. Questa incertezza alimenta irritazioni e frustrazioni tra gli altri partner dell’UE, che vedono nella questione degli aiuti all’Ucraina un vero “defining moment” per l’Unione come soggetto internazionale.
Trattative in corso
Il Consiglio Europeo straordinario, convocato per cercare un accordo, si prospetta come un’occasione cruciale per risolvere la situazione. Tuttavia, la decisione di Orban di affrontare i nodi direttamente nel vertice senza chiudere nulla prima rende difficile prevedere una soluzione immediata. Le trattative sono in corso, soprattutto tra la Commissione e l’Ungheria, ma finora non si è raggiunto un punto di incontro.
Il nodo principale riguarda l’unanimità necessaria per l’approvazione della revisione del QFP. Questo prevede una dotazione finanziaria aggiuntiva di 64,6 miliardi di euro per nuove priorità, di cui 50 miliardi destinati all’Ucraina. L’Ungheria chiede una decisione all’unanimità sugli aiuti all’Ucraina ogni anno, non solo sulla revisione del MFF, e si rifiuta di partecipare alla copertura degli interessi aggiuntivi di Next Generation EU. Inoltre, richiede il posticipo di due anni della scadenza del proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
La richiesta ungherese di un diritto di veto annuale e l’opposizione degli altri Paesi, che vogliono evitare un blocco regolare del bilancio, complicano ulteriormente le trattative. L’Ungheria ha già bloccato in passato dossier importanti, come le sanzioni contro la Russia. Ma in questa situazione, la richiesta di Orban va oltre una questione politica: è un ostacolo giuridico che richiede l’unanimità a 27. L’UE si trova di fronte a una decisione delicata, poiché la mancata revisione del QFP potrebbe mettere a rischio la stabilità finanziaria dell’Ucraina, già in difficoltà, e comportare gravi conseguenze per l’intera Unione. La tempistica è critica, con il rischio che l’Ucraina entri in default senza un sostegno finanziario adeguato.
Gli altri Paesi coinvolti, tra cui Italia, Spagna, Romania, Slovacchia e Lettonia, hanno molto da perdere in caso di mancata revisione del MFF, con fondi destinati anche alle migrazioni. L’isolamento dell’Ungheria su questa questione potrebbe spingere alcuni Paesi a valutare la sospensione dei diritti di voto di un membro che si è auto-isolato. Il clima di tensione si riflette anche sulle altre discussioni in programma al vertice, come gli aiuti militari all’Ucraina e le implicazioni legate al congelamento degli asset della Banca Centrale russa. La Commissione spinge per un’azione rapida, ma diversi Paesi sollecitano prudenza, evidenziando i rischi associati all’operazione.