Il 20 o 30% delle truppe ucraine al fronte soffre di disturbi mentali acuti. Intanto Zelensky fa clamorose affermazioni ed annunci eclatanti.
E’ stato il New York Times a consultare i documenti del ministero della sanità di Kiev e a parlare con alcuni soldati. Il dato è che un gran numero di persone, fra i tre e i quattro milioni fra militari e civili, hanno patito disturbi mentali di vario genere a causa della guerra. C’è chi ha dichiarato che l’unica vittoria riportata sinora è stata la cessazione del tremore delle mano, che poi però è ricominciato.
La situazione economica è traumatica, forse ancora di più, per gli spettri che evoca. La popolazione si è ridotta a 28 milioni, anche se Zelensky proclama che sono forse più di 30. Ma erano 52 milioni nel 1992 e 41 milioni nel 2021. Molti se ne sono andati all’estero. E anche gli aiuti degli alleati della Nato si sono ridotti, in modo tale che lo Stato è di fatto fallito. Resta in piedi solo grazie alle elargizioni, in particolare, degli Stati Uniti, dove però i repubblicani da due mesi si oppongono con determinazione.
Un Paese distrutto, con la popolazione dimezzata
Il sito americano Politico.com fa sapere che il bilancio di Kiev consiste di 40 miliardi di dollari, che è la circa la metà della spesa necessaria per continuare la guerra. Quei 40 miliardi saranno pagati quasi del tutto con le tasse. Il Fondo Monetario Internazionale sostiene che mancano 37 miliardi all’Ucraina: occorre il sostegno esterno, altrimenti lo Stato fallisce anche ufficialmente.
Appunto per questo il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha recentemente insistito sul bisogno, oggi più che mai, di versare molti miliardi di euro e di dollari sui conti correnti dello Stato ucraino. Ed è volato negli Stati Uniti, da dove tornerà il 2 febbraio, per discutere della guerra. Ha incontrato il segretario di Stato Antony Blinken, il quale ha assicurato che l’Ucraina entrerà sicuramente nella Nato, senza però precisare quando.
Il prezzo esorbitante di una guerra impari
Oltretutto, nel Congresso americano il nuovo speaker repubblicano Mike Johnson si è opposto al pacchetto di aiuti proposto dal presidente Biden, quei 60 miliardi per Kiev indispensabili per continuare la guerra alla pari. L’Ucraina da sola non riuscirà mai a produrre armi e munizioni in quantità sufficiente, anche se sta compiendo lo sforzo di convertire la produzione industriale. Sono comunque insufficienti, come spiega il Financial Times, persino i 60 miliardi di dollari che Joe Biden desidera ma non potrà inviare a Kiev. E’ impossibile per l’Ucraina poter essere equipaggiata per il combattimento come la Federazione Russa.
Non resta che sperare in un miracolo o nella comparsa di fattori imprevedibili, che possano aiutare il Paese aggredito e occupato. E l’imprevisto è già successo. E’ un dato di fatto importante che i droni sono diventati sorprendentemente più importanti dell’artiglieria vecchio stile, tuttavia è indiscutibile che la Russia ne abbia molti di più, così come domina ampiamente i cieli.
Un presidente che annuncia l’impossibile
I toni roboanti del presidente ucraino Zelensky hanno dunque un timbro particolarmente drammatico, che anzi sfiora il grottesco. Da quando ha ottenuto l’indipendenza, l’Ucraina è in crisi demografica e conseguentemente anche economica, tanto più dopo anni di battaglie, dal 2014, e soprattutto dopo l’invasione del febbraio 2022. Eppure il presidente ucraino, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali, torna a parlare di fiducia in se stessi, nel popolo, nello Stato e nei suoi alleati. E nella pace. Secondo lui è ancora possibile fermare la Russia e salvare il paese dalla distruzione.
Si può a tutt’oggi evitare che i cittadini si trasformino tutti in rifugiati, e prevenire la terza guerra mondiale. Un discorso ben poco circostanziato, infittito da evocazioni inquietanti. Secondo il leader di Kiev i soldati volontari ci sono ancora, nel Paese, si può trovare chi indosserà un’uniforme che molti hanno fatto di tutto per evitare, temendo una fine tragica contro un nemico più forte. Zelensky afferma di disporre di un esercito di un milione di uomini. Gli si può veramente credere? La vera tragedia però non è quella di chi da anni lavora per combattere contro la Russia, ma delle vittime della guerra, e di un intero Paese devastato, che difficilmente può immaginare un proprio futuro di indipendenza nazionale.
La Russia conquista terreno passo per passo
Le truppe di Vladimir Putin tuttavia avanzano inesorabilmente. La settimana è cominciata con la conquista russa del villaggio di Tabaevka, nella regione di Kharkiv. Un avanzamento che segue la conquista di Krakhmalnoye, del 21 gennaio. I russi puntano verso Kupyansk. Altri assalti russi sono stati respinti dalle brigate meccanizzate ucraine. Tutte le fonti concordano: l’Ucraina perde lentamente terreno, villaggio dopo villaggio. E’ un fatto che le forze russe esercitano una pressione che sta prevalendo, anche nella zona di Bakhmut, Kleshcheevka e Andreevka.
Le cronache poi parlano di civili uccisi a Sumy. Realisticamente, però, anche gli Stati Uniti iniziano a considerare apertamente la cessione di territori alla Russia, per rendere possibile l’inizio di una trattativa di pace. Nemmeno Vladimir Putin può permettersi una guerra troppo lunga e sanguinosa, con centinaia di migliaia di morti anche tra i russi.