Sono venticinque gli Stati dell’Unione ad appoggiare le spinte secessioniste della politica xenofoba del Texas. Uno scenario da guerra civile
Il governatore del Texas Greg Abbott si ribella anche alla Corte Suprema, che ha autorizzato la polizia di frontiera a togliere il filo spinato dal confine. E anzi ha offerto un’assunzione a 55 dollari al giorno a chi si arruolerà volontario per proteggere i confini dello Stato, impedendo agli immigrati irregolari messicani di varcare il confine. Abbott ha affermato di voler proteggere la popolazione statunitense e ha trovato il consenso dei 25 governatori repubblicani, che hanno firmato una dichiarazione di solidarietà con lui.
Già altre volte il leader xenofobo è entrato in contrasto con Washington. In questo caso però lo scontro è frontale, nemmeno si fosse alla vigilia di una nuova guerra di secessione. La crisi costituzionale è comunque palese e grave, dopo lo scossone dato da Donald Trump, che ancor oggi non ha riconosciuto la sconfitta elettorale del 2020. Lo stesso Trump sostiene Greg Abbott, incoraggiando gli altri governatori repubblicani a inviare soldati della guardia nazionale in Texas a tutela dei confini.
La crisi d’identità degli Stati Uniti continua a peggiorare
Dopo la sentenza della Corte Suprema, il Dipartimento di Sicurezza Nazionale ha chiesto in una lettera ai funzionari del Texas di togliere il filo spinato. La risposta è stata la ribellione. Le unità della U.S. Customs and Border Protection sono state fermate e neppure hanno potuto accedere all’area, come ha fatto sapere la CNN. Il filo spinato è ancora al suo posto.
Le forze dell’ordine inviate dagli Stati solidali con Austin hanno arrestato diversi migranti irregolari, con interventi filmati coi cellulari che sono diventati virali sui social americani. La legge del Texas infatti permette l’arresto di chiunque passi il confine senza permesso. La situazione è osservata con molta attenzione dalla Federazione Russa. Il vicepresidente Dmitrij Medvedev in un tweet ha scritto che la creazione della Repubblica popolare del Texas sembra alle porte. E ha sottolineato l’incapacità dell’amministrazione americana nel fronteggiare la crisi migratoria in uno degli Stati più grandi dell’Unione.
Biden accusato di violare la Costituzione
Greg Abbott ha poi alzato il livello dello scontro, attaccando il presidente Joe Biden, che a suo dire ha disatteso il suo obbligo costituzionale di difendere le leggi federali e i confini e gli Stati da ogni invasione straniera. La retorica dell’invasione dunque continua, caricandosi di aggressività verso le istituzioni che non ne condividono i princìpi. E così, secondo la “dottrina Abbott”, i singoli Stati possono subentrare alla Casa Bianca nella difesa dei confini.
I dati statistici del Texas sono ben più rilevanti che in Italia, dove l’arrivo di un barcone con 100 migranti africani scatena violente polemiche. Nel solo mese di dicembre 2023 i migranti messicani arrestati dalla polizia texana sono stati 249mila, mentre in novembre sono stati 191mila. E’ stato toccato così il massimo storico a fine anno. Nelle prime settimane di gennaio il flusso degli ingressi è diminuito, secondo la tendenza storica di gennaio e anche grazie alla repressione operata dalla polizia messicana, che ha registrato 56mila arresti in dicembre.
Massiccio flusso migratorio dall’America latina
Il flusso migratorio comprende anche venezuelani, guatemaltechi, honduregni e colombiani, e altre nazionalità in misura minore. Il fenomeno è palesemente di vasta portata. La reazione statunitense è però talmente emotiva e ostile ai migranti che le massime istituzioni dell’Unione ne hanno perso il controllo. Come fa sapere il New York Post, entra in azione anche “l’esercito di Dio”, che sta raggiungendo il confine meridionale. E’ il nome che si è dato un movimento nazionalista di protesta contro i “globalisti”, che non farebbero altro che cospirare per favorire l’immigrazione irregolare.
La loro intenzione è di compiere manifestazioni pacifiche per fermare l’immigrazione dal Messico. L’iniziativa ha preso il nome Take Our Border Back, ovvero “riprendiamoci il nostro confine”. I leader della God’s Army hanno dichiarato alla stampa che temono l’effetto nefasto dei provocatori, che cercano lo scontro. La tensione dunque sale e la sicurezza è in forse. Accade proprio negli Stati Uniti, che nel corso dei secoli sono diventati una superpotenza anche grazie all’immigrazione.