La Corte ONU e la sua sentenza contro Israele: come ha reagito il governo israeliano e che cosa accadrà al futuro di Gaza.
La recente sentenza della Corte internazionale di giustizia (Cig) sulla denuncia di genocidio presentata dal governo sudafricano contro Israele ha scatenato reazioni contrastanti e sollevato interrogativi sul futuro della situazione a Gaza. I giudici dell’Aia hanno accettato il ricorso del Sudafrica. Hanno riconosciuto la giurisdizione della Cig nel caso, trovando valide le argomentazioni presentate dagli avvocati di Pretoria.
La Corte non ha propriamente dichiarato che si è verificato un genocidio a Gaza. D’altro canto ne ha evidenziato il rischio e ha chiesto a Israele di adottare misure provvisorie per prevenirlo, compreso l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia. Inoltre, Israele è tenuta a presentare un rapporto alla Corte entro un mese su come intende rispettare tali ordinanze. E se da una parte Israele teme gravi sentenze contro le sue azioni, dall’altra la sua reazione non si è fatta attendere.
Israele non ci sta
La reazione di Israele è stata immediata e dura, definendo la sentenza un “marchio di vergogna”. Nonostante Tel Aviv sottolinei che la decisione non impedirà i raid nella Striscia di Gaza, il governo sudafricano interpreta la richiesta implicita come un’appello a un cessate il fuoco. Questa divergenza di opinioni crea tensioni e incertezze sulle future azioni di Israele nella regione.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha respinto l’idea di un cessate il fuoco formale, sottolineando la legittimità della guerra contro Hamas. Tuttavia, alcuni osservatori, tra cui il ministro sudafricano Naledi Pandor, ritengono che, sebbene la Cig non abbia richiesto esplicitamente un cessate il fuoco, l’appello a impedire il genocidio potrebbe implicare la necessità di interrompere le ostilità.
Il futuro della situazione potrebbe essere definito nel prossimo mese quando Israele dovrà presentare il suo rapporto alla Cig. Successivamente, la comunità internazionale, attraverso il Consiglio di sicurezza dell’Onu, potrebbe intervenire per far rispettare la sentenza. Le decisioni della Cig sono vincolanti, ma l’Aia non ha il potere di imporre il rispetto dei suoi verdetti. Questa responsabilità spetta al Consiglio di sicurezza, che potrebbe adottare sanzioni economiche, embargo sulle armi o, in casi estremi, un’azione militare.
Tuttavia, la presenza del veto degli Stati Uniti nel Consiglio di sicurezza potrebbe rendere difficile l’attuazione di misure coercitive contro Israele. Ciò potrebbe mettere gli alleati occidentali di Tel Aviv in una posizione delicata, costretti a bilanciare le loro alleanze con la necessità di rispettare le decisioni della Cig. Gli osservatori ritengono che, per evitare un confronto geopolitico sfavorevole, gli alleati occidentali potrebbero esercitare pressioni su Israele affinché adotti un cessate il fuoco e rispetti le disposizioni della Cig.