La NATO pensa a nuove strategie di difesa contro la Russia. Si prevede la guerra e i cittadini sono pronti a scendere in campo.
Negli ultimi tempi, un’ombra di tensione si è diffusa all’interno della NATO. Diversi Paesi membri sembrano decisi a implementare programmi di militarizzazione della popolazione civile. Vogliono rafforzare le proprie forze armate in preparazione di un possibile conflitto con la Russia. Questa nuova prospettiva è emersa con forza durante la conferenza “International Armoured Vehicles” di Londra.
Qui il capo dell’esercito britannico, Sir Patrick Sanders, ha dichiarato che il Regno Unito deve “reclutare e addestrare un esercito di cittadini pronti alla battaglia”. Secondo Sanders, il mondo sta transitando da un periodo post-bellico a uno pre-guerra, e l’aeronautica da sola non è sufficiente per garantire la sicurezza. Il capo dell’esercito britannico ha sottolineato l’importanza di raggiungere un esercito di almeno 120.000 unità nei prossimi tre anni. Questa prospettiva di mobilitazione su vasta scala è simile a quella degli anni ’30.
La Germania, la Polonia e la Svezia sembrano condividere questa visione e stanno adottando misure simili. Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha dichiarato che la Germania deve diventare “kriegstuechtig” – cioè, abile a condurre un conflitto. Il dibattito sulla reintroduzione della leva obbligatoria è imminente nel Bundestag, e l’ipotesi di reclutare anche cittadini stranieri è stata sollevata. Tuttavia, nonostante la promessa di aumentare le spese militari al 2% del PIL e gli investimenti significativi nelle forze armate tedesche, i risultati tangibili stentano ad emergere.
La Polonia, trovandosi geograficamente in prima linea contro la Russia, ha già pubblicato linee guida per la mobilitazione generale e la gestione di una possibile guerra. Il governo polacco mira a dotarsi del più grande esercito di terra in Europa, con 300.000 effettivi, di cui 250.000 professionisti e 50.000 volontari. Accordi cruciali sono stati siglati con gli Stati Uniti e la Corea del Sud per l’acquisto di attrezzature militari avanzate.
Anche la Svezia ha abbracciato questa nuova strategia. Il ministro della Difesa Carl-Oskar Bohlin ha presentato un piano che prevede il rafforzamento dell’esercito attraverso il reclutamento di coscritti e professionisti, l’approvvigionamento a lungo termine di munizioni nell’area scandinava e strategie per garantire la superiorità tecnologica sul campo di battaglia. Le autorità di Stoccolma stanno anche incoraggiando i cittadini a prepararsi per un possibile conflitto, con un aumento dei volontari della protezione civile e una crescente domanda di torce e radio a batteria.
Questi sviluppi all’interno della NATO riflettono una crescente preoccupazione riguardo a un possibile conflitto con la Russia nel prossimo decennio. La volontà di preparare la popolazione civile e rafforzare le forze armate suggerisce una percezione di crescente minaccia, alimentata dai recenti eventi geopolitici.
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