Tragedia di Paula Onofrei dopo un anno e mezzo. Arriva l’archiviazione della Procura circa l’attesa di tre ore che ha ucciso la giovane.
È passato un anno e mezzo dalla tragica morte di Paula Onofrei, una giovane donna di 29 anni, vittima di un’ulcera perforante. La famiglia, ancora profondamente colpita dalla perdita, si trova ora a fronteggiare la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. Quest’ultima infatti sostiene l’impossibilità di stabilire responsabilità per la tragedia.
Tuttavia, la famiglia di Paula si oppone fermamente a questa decisione, affermando che la giovane avrebbe potuto essere salvata con un intervento tempestivo. La terribile giornata del 23 luglio 2022 è impressa nella mente di Rebecca Onofrei, la sorella di Paula, che aveva appena 18 anni al momento della tragedia. I genitori erano in Romania, e le due sorelle erano sole a casa quando Paula ha iniziato a manifestare i sintomi dell’ulcera perforante. “Non sento più mani e piedi“, ha detto Paula alla sorella. Quest’ultima ha immediatamente cercato soccorso, effettuando quattro telefonate mentre la situazione di Paula peggiorava rapidamente.
Le ambulanze hanno raggiunto la residenza della famiglia Onofrei, situata nel quartiere Casalotti alla periferia di Roma, quando era ormai troppo tardi. Paula è deceduta alle 17.14, e la prima chiamata di Rebecca risale alle 13.03. L’avvocato della famiglia, Aurelio Padovani, ha dichiarato che durante le telefonate nessun operatore ha informato Rebecca della mancanza di ambulanze disponibili. Al contrario, le assicuravano che l’aiuto stava arrivando. “La ragazza, ricordiamo di appena 18 anni e senza patente, si è fidata”, ha sottolineato Padovani.
A distanza di un anno e mezzo, la Procura ha sorprendentemente chiesto l’archiviazione del caso, sostenendo che le condizioni di Paula erano così gravi che non avrebbe potuto essere salvata nemmeno con un intervento tempestivo. Una decisione che ha scatenato la rabbia e la frustrazione della famiglia Onofrei. “Come fanno a stabilire con certezza che lei non si sarebbe salvata con un’intervento tempestivo?” ha dichiarato Artemiza, la madre di Paula. La famiglia ha sollevato diverse questioni cruciali nella loro opposizione alla richiesta d’archiviazione.
In primo luogo, si chiede perché nessuno ha informato Rebecca di cercare una soluzione alternativa, dato che nessuna ambulanza sarebbe arrivata in tempi brevi. In secondo luogo, la famiglia vuole sapere dove si trovavano esattamente i mezzi di soccorso quel fatidico 23 luglio 2022 e perché nessuno è giunto a casa Onofrei prima del quarto sollecito telefonico. Infine, nel terzo punto, si sottolinea che i consulenti della Procura non hanno presentato alcun esempio o precedente clinico che possa sostenere l’assertiva che Paula non avrebbe potuto essere salvata.
La famiglia Onofrei si batte per giustizia, cercando di far luce su una tragedia che ha segnato la loro vita in modo indelebile. Resta da vedere come si evolverà la vicenda, ma una cosa è certa: la richiesta di archiviazione non chiude la ferita della famiglia, che continua a chiedere responsabilità per la morte prematura di Paula.
Il caso di Alice Neri: una vita giovanissima, spezzata troppo presto. La madre chiede che…
Israele è sempre più determinato nella sua lotta contro Hamas e non ha paura di…
Desirée Piovanelli, dopo 22 anni si parla ancora del suo caso. Uno dei suoi assassini…
Le Nazioni Unite si operano per stabilire se le accuse di Israele ai danni dell'Unrwa…
L'esercito di mercenari al soldo della Russia sarebbero pronti a tornare a combattere in territorio…
Arriva il rapporto terrificante da parte degli esperti. L'Iran è ad un passo dal raggiungimento…