È sempre più difficile per Zelensky avere le munizioni che gli servono. Nonostante il supporto della Nato, sono in pochi a fare il proprio dovere
In Ucraina la guerra continua senza pause, nemmeno per via dell’inverno, che è entrato nel momento della sua massima espressione. Ma ora per il governo di Kiev è tutto più difficile.
Nonostante non ci sia un reale vincitore sul campo di battaglia, l’esercito ucraino sembra avere un disperato bisogno di munizioni. Ancora una volta sarà la Nato ad intervenire per supportare la causa ucraina, ma ora Zelensky avanza dubbi su quali siano i suoi reali alleati.
Chi sostiene davvero Kiev
La Nato invierà circa 1,2 miliardi di dollari in munizioni e proiettili di artiglieria. Il governo ucraino ha infatti acquistato decine di migliaia di razzi, missili e colpi di cannone e fucili per il suo esercito. Quella per le munizioni, utilizzando le parole del segretario generale Nato, Jens Stoltenberg, è una vera e propria “battaglia” tra Russia e Ucraina. È questa la necessità al momento per entrambi gli schieramenti e la velocità e la disponibilità con cui gli alleati di Kiev si mettono a disposizione inizia a far discutere anche Zelensky.
Le promesse, ad ottobre 2023, erano quelle di inviare in Ucraina circa 100 miliardi di dollari in aiuti militari. Rifornimenti e attrezzature che gli alleati occidentali avevano promesso a Zelensky, ma le cui scadenze non sono state rispettate. Il cancelliere tedesco, Olaf Sholz, ha infatti chiesto un audit sulle armi fornite all’Ucraina, in modo da capire quale sia la situazione reale e quali Paesi stiano realmente rispettando i patti e quali no. Secondo il Kiel Institute, l’Ucraina avrebbe ricevuto dall’Europa e dagli Stati Uniti, il 5,2% dei carri armati disponibili negli arsenali Nato/UE, oltre all’8,9% degli obici e al 5,9% dei sistemi Mlrs.
Si tratta di forniture importanti che definiscono lo sforzo degli alleati occidentali che hanno sposato la causa ucraina. Tuttavia, secondo l’istituto ci sono stati dei Paesi più leali di altri. In questo caso, i migliori alleati di Kiev sono stati i Paesi baltici. Estonia, Lituania e Lettonia, infatti, hanno sostenuto senza esitazione l’Ucraina in termini di percentuali rapportati al proprio Pil. Seguono i Paesi scandinavi (Finlandia e Svezia in primis), i quali si sono distinti per via della quantità di aiuti forniti all’esercito ucraino. Ovviamente si tratta di Paesi che, in un modo o nell’altro sono legati dal timore di uno scontro diretto con Mosca. A deludere sono invece gli Stati Uniti, i quali spendono solo lo 0,2% del proprio Pil per aiutare l’Ucraina.