C’è un limite rischioso oltre il quale l’età avanzata indica qualcosa di diverso da una saggezza maturata attraverso lo studio e l’esperienza
A lodare l’abilità di Joe Biden ci pensa l’ufficio stampa della Casa Bianca, quando sostiene che nessuno più del presidente in carica lui è riuscito a far approvare tante leggi bipartisan. La sua età, però, non è come tale una garanzia di saggezza. Infatti secondo un sondaggio di ABC news e Washington Post il 74% degli elettori ritiene che Biden sia troppo vecchio per candidarsi per un altro mandato. Era il mese di settembre 2023: in quel momento il dato era in crescita del 6% rispetto a maggio, un mese dopo l’annuncio della ricandidatura da presidente uscente.
La gerontocrazia non è mai stata la cifra distintiva degli Stati Uniti. L’attuale infatti è il presidente più anziano di sempre, con i suoi 81 anni, un record per il ruolo che svolge, soprattutto se sommati ad altri eventuali quattro in più, se sarà rieletto. Ottimisticamente, Biden potrebbe diventare il pioniere delle nuove frontiere della quarta età. Il dato di fatto più ostico però è rappresentato dalla sua frequente mancanza di lucidità e anche di stabilità. Salire la scaletta di un aereo è diventato difficile per lui.
Un capo di Stato che non può sapere quello che dice
Gli capita di cadere, di perdere l’orientamento durante un discorso pubblico, di modo che si volta a dare la mano a un interlocutore che non c’è, perché arriva da un’altra direzione. Le sue gaffes sono così numerose e così eclatanti che viene spontaneo domandarsi perché mai il partito democratico degli Stati Uniti non abbia altra speranza di vincere le elezioni che con lui. La domanda sul rischio di demenza senile è inevitabile, per qualunque uomo della stessa età. Soprattutto per chi dovrà prendere decisioni molto difficili, perché cariche di conseguenze sul resto dell’umanità, visto il ruolo internazionale degli Stati Uniti.
Eppure l’argomento del rischio di demenza del prossimo presidente degli Stati Uniti è trattato molto raramente, quasi mai in modo specifico. Ha fatto eccezione il suo ex medico, oggi deputato repubblicano, e Bill O’ Reilly, giornalista di orientamento conservatore, oltre che autore del podcast No spin news, cioè “notizie senza distorsioni”, così come sono, dati di fatto non interpretati. Secondo lui, solo Michelle Obama, tra i democratici, ha la possibilità di battere Donald Trump, appunto perché Joe Biden, che di Barack Obama era vice, sarebbe malato di demenza, afferma O’ Reilly.
Ma il partito democratico non resterà a guardare
Il giornalista americano ha dichiarato su Fox news che è quasi inconcepibile che il partito democratico nomini candidato proprio Biden, che si trova in una condizione simile a quella di Woodrow Wilson, che durante il suo secondo mandanto, nel 1919, ha avuto un ictus debilitante. La malattia peggiorerà nei prossimi mesi, quindi O’ Reilly è convinto che nella convention di agosto sarà il partito a decidere di cambiare cavallo.
Le considerazioni di O’ Reily sono state riprese dal Washington Post che ha chiesto a Michelle Obama se fosse interessata a candidarsi: l’ex first-lady si è tirata indietro, ripetendo quanto aveva sostenuto da ospite di Opra Winfrey. In passato è stata felice di aiutare suo marito, benché personalmente non abbia mai pensato di proporsi per una carica pubblica.
Sondaggi impietosi, guerre perse e altri disastri
Joe Biden si trova in una posizione insostenibile, se si constatano le sue gaffes, le amnesie e le cadute, ovvero il suo stato di salute in rapporto all’età. Nei sondaggi il suo indice di gradimento è sotto il 40%, secondo il sito di dati e statistiche FiveThirtyEight. Si aggiungono poi le critiche politiche vere e proprie, e in particolare l’orrore per quel che sta accadendo nella Striscia di Gaza e il dispendio di risorse in Ucraina, dove la Russia sta vincendo. La fuga dall’Afghanistan ha avuto le ben note conseguenze negative sulla popolazione.
The Economist, da parte propria, ha sottolineato che il rischio di demenza e di ictus, vista l’età, va considerato per entrambi i principali candidati alla presidenza. Nel frattempo però Trump ha vinto anche nel New Hampshire, dove ha vinto pure Biden, benché non fosse candidato. Il suo nome non era stampato sulla scheda: gli elettori, in seguito a una campagna a ciò dedicata dagli attivisti democratici, hanno però scritto il suo nome sulle schede. E così l’inquilino della Casa Bianca ha battuto i due candidati ufficiali alle primarie, Dean Phillips e Marianne Williamson.
Una malattia che gli psichiatri riconoscono facilmente
Joe Biden è convinto che di godere di uno stato di salute sufficiente ad affrontare un secondo mandato, tant’è vero che in pubblico scherza spesso sull’argomento, dimostrando verve umoristica. Nulla più che abile tecnica di comunicazione, purtroppo per lui. Non si fa visitare da medici indipendenti, che però già da tempo, dall’estate 2023 e prima ancora, si sono pronunciati pubblicamente.
In proposito, il Washington Times ha consultato alcuni esperti di salute mentale, che hanno parlato di un disturbo chiamato confabulazione. Chi ne è colpito, si ritrova senza saperlo a inventare ricordi falsi, inventati di sana pianta o distorti, allo scopo di riuscire a raccontare una storia. Accade nel corso di una narrazione: si crea un vuoto nella memoria, per cui il cervello completa il discorso come può, inventando. Sarebbe il caso di Biden, come ha spiegato Tanveer Ahmed, psichiatra, che pur senza visitare il presidente è certo che le prove disponibili siano schiaccianti.
All’origine, una malattia cardiaca che fa delirare
Non è l’unico a pensarla così. Anche Carole Lieberman, psichiatra forense in California, ne è convinta. Sostiene infatti che il presidente nemmeno si accorge di inventare storie, altrimenti non lo farebbe. Gli mancherebbe la funzione che gli dice di non comportarsi così, solo perché si è convinto che certe invenzioni sono vere. Quanto sia pericolosa la situazione, trattandosi di un capo di Stato impegnato nelle più delicate controversie internazionali, tutti lo comprendono.
Il Washington Times ha concluso che è molto probabile, se non certo, che Biden soffra di demenza vascolare. E’ una malattia causata dalla riduzione del flusso sanguigno diretto al cervello, in modo tale da peggiorare la capacità di giudizio, il funzionamento della memoria e di altri processi mentali. E’ un dato di fatto, poi, che Joe Biden accusi la fibrillazione atriale, una malattia cardiaca che quintuplica il rischio di ictus e raddoppia il rischio di demenza.