Nessuna pace, la guerra minaccia di guerra imperversa nelle sue acque e non solo. La Corea del Nord ha voglia di combattere.
Non si parla di Terzo Conflitto Mondiale, non ancora. Eppure sembra che l’alba del 2024 abbia prodotto un inspiegabile desiderio di morte e caos nei leader internazionali. Il Medio Oriente ha imbracciato i mitra nel mese di dicembre, in Ecuador le sedi governative combattono contro i narcos, mentre in Ucraina i cittadini – nel tentativo di sopravvivere – hanno dimenticato cosa significhi vivere. Nel frattempo anche la Corea del Nord comincia a svegliarsi – o meglio, a scaldarsi: Kim Jong, Un brama la guerra, stuzzicato dalla determinazione dell’alleato russo, Vladimir Putin.
L’operazione di conquista dei territori, a detta dello “zar”, di proprietà della Federazione, avrebbe spinto il dittatore nordcoreano a riflettere. Tutti parlano di “riunificazione”. Persino Xi Jinping – infastidito dalla vittoria schiacciante di William Lai a Taiwan – sta pianificando di invadere Taipei. E dunque, di fronte alle mire espansionistiche dei “cari amici”, è come se Kim Jong Un abbia pensato: perché non seguire l’esempio degli alleati? Una posizione, questa, che vede conferma nelle esercitazioni sempre più frequenti delle forze armate nordcoreane e nella misteriosa scomparsa dell’Arco della Riunificazione – simbolo della convivenza pacifica delle due Coree e frutto di un desiderio di Kim Jong-il, il “presidente eterno”.
Kim prende esempio dal nonno
L’attuale dittatore nordcoreano sembra più affascinato dalla figura di suo nonno, piuttosto che dal pacifico “presidente eterno”. Gli esperti militari sostengono persino che la mente di Kim Jong Un sia più pericolosa di quella di Kim Il-Sung. Egli ha definito l’Arco di Riunificazione “un pungo nell’occhio” e un monumento “obbrobrioso”. L’opera vede due donne protagoniste, metafora del Sud e della Nord Corea e si estende per un’altezza di 30 ed una larghezza di 60 metri. Il sentimento con il quale l’Arco venne edificato non appartiene al leader nordcoreano. Egli reputa Seul “il nemico numero uno, il costante nemico principale”.
A questo proposito, alcune immagini satellitari a bassa risoluzione hanno mostrato come lo storico monumento sia sparito. Il sito Nk News ha dunque denunciato il suo abbattimento per volere di Kim Jung Un. E parlando di ciò che ci riguarda, l’Occidente per il momento si salva. Tuttavia, laddove i leader dovessero decidere di entrare attivamente in guerra, è possibile – come accade di consueto, purtroppo – che le Nazioni Unite decidano di intervenire, per ricoprire nuovamente il ruolo di mediatrici onorevoli. Peccato che, a quel punto, il Terzo Conflitto Mondiale inizierebbe eccome. Una previsione che non contribuisce certo ad affrontare con speranza e serenità il nuovo anno.