L’abbattimento di un aereo russo e le diverse trame intessute dalle fazioni coinvolte. Kiev e Mosca si accusano reciprocamente.
Un aereo russo Il-76 è precipitato nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina. Kiev ha rivendicato l’abbattimento del velivolo, mentre Mosca denuncia la morte dei membri dell’equipaggio e non solo. La narrazione delle due fazioni, di fatto, è ben diversa. I primi sostengono di aver colpito l’unità militare nemica in quanto a conoscenza di un carico di missili destinati al fronte di Kharkiv, mentre le forze armate dello “zar” hanno spiegato che a bordo, oltre a sei membri del personale e tre accompagnatori, si trovavano 65 prigionieri ucraini. Il trasferimento di questi ultimi era destinato ad uno scambio tra le parti. Posizione, questa, non confermata dall’esercito giallo-blu.
Il consigliere del Ministero degli affari interni ucraino, Anton Gerashchenko, ha diffuso su Telegram le immagini del velivolo militare russo che precipitava nel vuoto, fino a schiantarsi in prossimità del villaggio di Yablonovo alle ore 11.00. Il modello Il-76 è un aereo operativo dal 1975, volto al trasporto delle attrezzature pesanti e del personale. Entrambe le versioni, dunque, risultano verosimili. “Prima della pubblicazione di dichiarazioni o commenti ufficiali” – si difende Kiev – “invitiamo i mass media e i cittadini ad astenersi dal diffondere informazioni non verificate”. Laddove dovessero emergere prove che testimoniano la veridicità della narrazione russa, l’esercito ucraino sarebbe responsabile della morte di ben 65 connazionali.
Il mistero dell’Il-76
La direttrice del canale televisivo Russia Today, Margarita Simonyan, ha pubblicato sul suo canale di Telegram i nomi, con rispettive date di nascita, dei 65 ucraini uccisi dai missili lanciati da Kiev. Il Ministro degli Esteri russo Lavrov ha invece richiesto una sessione di emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere dell’abbattimento del velivolo militare ed eventualmente ascoltare entrambe le versioni delle fazioni in conflitto. “Non vogliamo ripetere la situazione dell’aprile del 2022” – ha dichiarato. Il braccio destro di Putin si riferisce al massacro consumato a Bucha, cittadina riconquistata dagli ucraini e divenuta successivamente location del massacro dei civili per mano delle forze armate russe. Venti corpi senza vita vennero abbandonati sul freddo cemento delle strade del paese.
Nonostante le affermazioni, apparentemente convinte, del Cremlino, Kiev ha voluto ribadire la falsità della denuncia: “Il nemico sta conducendo attivamente operazioni informative speciali dirette contro l’Ucraina” – si legge – “che mirano a destabilizzare la società Ucraina“. Effettivamente, così come a Gaza produsse un certo sgomento l’uccisione dei tre ostaggi israeliani per mano delle stesse Idf, la popolazione ucraina potrebbe denunciare l’accaduto in quanto atto di negligenza sconsiderata delle forze armate e delle stesse amministrazioni governative. Questo, solo se la versione di Mosca dovesse rivelarsi corretta.