Il 2023 è stato un anno nero in Italia, che ha contato molte vittime legate a questi eventi estremi. Bisogna agire subito
Il report più recente dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, fornisce uno sguardo allarmante sull’incremento dei fenomeni meteorologici estremi che hanno colpito l’Italia nel corso del 2023. Con un totale di 378 eventi registrati, si è osservato un preoccupante aumento del 22% rispetto all’anno precedente. Questi eventi hanno scatenato una serie di conseguenze, tra cui danni materiali stimati in miliardi di euro e la perdita di 31 vite umane. Il Nord Italia ha subito la maggiore incidenza con 210 eventi meteorologici estremi, seguito dal Centro con 98 e dal Sud con 70.
Analisi dettagliata degli eventi meteorologici estremi
Alluvioni e Piogge Intense: Nel corso del 2023, si sono verificati ben 118 casi di allagamenti dovuti a piogge intense. Questi eventi hanno causato danni significativi alle infrastrutture e disagi nelle comunità colpite.
Trombe d’Aria e Raffiche di Vento: Si sono registrati 82 casi di danni provocati da trombe d’aria e raffiche di vento, con impatti notevoli su edifici e vegetazione.
Grandinate: Le grandinate hanno colpito in 39 casi, causando danni alle coltivazioni e alle proprietà private, accentuando le preoccupazioni nel settore agricolo.
Esondazioni Fluviali: Con 35 esondazioni fluviali, molte regioni, compresa l’Emilia-Romagna, hanno affrontato situazioni di emergenza a causa delle piene dei fiumi.
Mareggiate: Le mareggiate hanno causato danni in 26 casi, minacciando le zone costiere e provocando erosioni del suolo.
Temperature Estreme in Città: Nel corso del 2023, sono stati registrati 20 casi di temperature estreme nelle aree urbane, evidenziando l’effetto del riscaldamento globale anche nelle zone urbane.
Frane da Piogge Intense: Le frane, scatenate da intense precipitazioni, sono aumentate del 64%, mettendo a rischio la stabilità del territorio.
Impatti devastanti e vittime: un bilancio pesante
Gli impatti di questi eventi sono stati devastanti, con 118 casi di allagamenti da piogge intense, 82 casi di danni da trombe d’aria, 39 di danni da grandinate, e 35 esondazioni fluviali che hanno provocato danni.
Le temperature estreme in città sono state responsabili di 20 casi di danni, mentre le frane causate da piogge intense ne hanno causate 18. Complessivamente, 31 persone hanno perso la vita a causa di questi eventi climatici estremi.
Analisi della distribuzione regionale
A livello regionale, Lombardia ed Emilia-Romagna risultano essere le più colpite, con 62 e 59 eventi, rispettivamente. Seguono Toscana (44), Lazio (30), Piemonte (27), Veneto (24) e Sicilia (21). Le città maggiormente coinvolte includono Roma (25 eventi), Ravenna (19), Milano (17), Varese (12), Bologna e Torino (entrambe con 10). Il 2023 ha evidenziato anche impatti significativi in quota, con lo zero termico che ha raggiunto i 5328 metri sulle Alpi e il continuo ritiro dei ghiacciai.
Aumenti percentuali significativi
Le categorie di eventi con aumenti percentuali significativi includono alluvioni ed esondazioni fluviali (+170%), temperature record urbane (+150%), frane da piogge intense (+64%), mareggiate (+44%), danni da grandinate (+34,5%) e allagamenti (+12,4%).
Riflessioni sul contesto ambientale e le cause sottostanti
L’aumento della frequenza dei fenomeni meteorologici estremi sottolinea l’urgente necessità di affrontare le cause del cambiamento climatico. Il riscaldamento globale è identificato come il principale catalizzatore di questi eventi estremi, con il suo impatto evidente su scala globale. L’Italia, geograficamente e climaticamente diversificata, è suscettibile a una serie di fenomeni, ma è fondamentale comprendere come le azioni antropiche abbiano contribuito a intensificarli. Per fronteggiare queste sfide crescenti, è essenziale sviluppare e implementare strategie di adattamento su scala nazionale, regionale e locale. Queste possono includere migliorie nelle infrastrutture per prevenire danni durante gli eventi estremi, la promozione di pratiche agricole resilienti al clima e l’adozione di politiche energetiche sostenibili.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha sottolineato l’urgente necessità di un approccio preventivo da parte del governo. Ha esortato l’approvazione immediata del Piano nazionale di adattamento al clima, chiedendo risorse economiche adeguate. Ciafani ha evidenziato come l’attuale approccio, basato sugli interventi post-disastro, abbia comportato ingenti costi, come dimostrato dagli 11 miliardi di euro spesi solo per i danni delle due alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana. Il rapporto evidenzia la necessità di un impegno urgente per mitigare i cambiamenti climatici e sviluppare strategie di adattamento mirate. Inoltre, sollecita una maggiore consapevolezza pubblica sulla relazione tra le attività umane e l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi. Solo attraverso sforzi collettivi e azioni concrete possiamo sperare di preservare il nostro ambiente per le generazioni future.
La comunità internazionale, incluso il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, ha lanciato appelli per affrontare la crisi climatica. La necessità di ridurre il riscaldamento globale è diventata un grido urgente, e Legambiente ha ribadito la richiesta di impegni concreti da parte del governo italiano per prevenire e mitigare gli impatti sempre più gravi dei cambiamenti climatici. La sfida è grande, ma l’urgenza di agire è ancora maggiore.
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