I due Paesi sono sempre più distanti dal punto di vista politico e ora la tensione cresce in maniera impressionante
Cresce la tensione al confine tra Estonia e Russia. Questa volta però non ha a che fare la migrazione – in cui la Russia è accusata di incentivare i flussi verso l’Europa – oppure gli orizzonti di guerra.
Al centro della nuova polemica si trova la decisione dell’Estonia di non prorogare il permesso di soggiorno di Eugeni Reshetnikov. Si tratta del metropolita della Chiesa ortodossa estone del Patriarcato di Mosca. Il religioso dovrà quindi lasciare l’Estonia entro il 6 febbraio di quest’anno. Ma la tensione cresce.
Cacciato il capo della Chiesa Ortodossa
La decisione è arrivata dopo i numerosi incontri tra Reshetnikov e alcuni rappresentanti del ministero degli Interni estone. In questi meeting, fa sapere il governo estone, gli era stato ribadito di smettere di sostenere il regime del Cremlino, così come la guerra che sta portando avanti la Russia in Ucraina. Tuttavia, nonostante i vari colloqui, Reshetnikov ha continuato con al sua politica, fino a costringere il ministero alla decisione dell’espulsione. Dunque, la Polizia di frontiera ha rifiutato di rinnovare il permesso di soggiorno di Reshetnikov, il quale dovrà quindi lasciare l’Estonia entro il 6 febbraio del 2024.
Estonia has recognized the head of the local Metropolitan Russian Orthodox Church Yevgeniy as a security threat and will expel him
Estonia refused to extend the residence permit of Metropolitan Yevgeniy of Tallinn (Valerij Reshetnikov), writes Postimees with reference to the… pic.twitter.com/uOKKqYKF8M
— Peacemaker (@peacemaket71) January 18, 2024
Al centro della decisione dell’Estonia, dunque, l’attività del rappresentante del Patriarcato di Mosca in Estonia, viste come incompatibili dal governo. Le dichiarazioni pubbliche fatte in favore della guerra in Ucraina da parte della Russia, infatti, non hanno giocato a favore del capo della Chiesa ortodossa in Estonia, fino ad arrivare all’espulsione dal Paese. Il permesso di soggiorno di Reshetnikov – che ha validità di 4 anni – era stato rinnovato due anni fa, poco prima che la Russia invadesse l’Ucraina. Una decisione, quindi, che rientra nel contesto di grande tensione tra i due Paesi confinanti.
Secondo il governo estone, la decisione di non rinnovare il permesso di soggiorno di Reshetnikov è arrivata a seguito del suo comportamento personale. Secondo gli esponenti del Ministero dell’Interno, infatti, le affermazioni e l’atteggiamento di Reshetnikov non avrebbero nulla a che vedere con la Chiesa ortodossa estone del Patriarcato di Mosca o con i suoi fedeli. Questi atteggiamenti continui e non graditi hanno fatto sì che il governo estone decida per l’espulsione di Reshetnikov. Si tratta di una decisione maturata già dall’autunno del 2022, quando il ministro degli Interni estone invitò Reshetnikov a prendere le distanza dall’invasione russa in Ucraina e dalle affermazioni violente del Patriarca russo Kirill, senza successo.