Dopo 100 giorni dall’inizio della guerra, i familiari degli ostaggi non hanno ancora perso la speranza. Ma le proteste sono sempre più decise
Le manifestazioni delle famiglie degli ostaggi israeliani catturati il 7 ottobre di Hamas sono sempre più frequenti. Il governo di Netanyahu deve fare ancora i conti con i parenti di chi è stato rapito.
Dopo 100 giorni di prigionia, gli ostaggi catturati dai miliziani di Hamas nei Kibbutz al confine con la Striscia di Gaza versano in condizioni disperate. La guerra continua ad andare avanti e non sembrano esserci reali intenzioni di arrivare ad un cessate il fuoco duraturo. Le famiglie di chi è stato catturato vivono costantemente nella paura. Mentre si continua a chiedere conto al governo.
Pronta una nuova operazione
Le famiglie degli ostaggi hanno dato inizio ad una serie di manifestazioni che hanno lo scopo di ricordare un evento tragico che passerà per sempre alla storia. In tutto il mondo ci sono state manifestazioni e proteste. In molte occasioni si chiede un maggiore impegno da parte dell’attuale governo di Tel Aviv, mentre Netanyahu è sempre più solo. Lo stesso Primo ministro ha dichiarato che nemmeno una decisione dell’Aja fermerà l’intenzione di andare avanti.
Intanto a Tel Aviv si è svolta una marcia per tutta la città in cui si chiedono a gran voce nuove elezioni. Molti familiari degli ostaggi chiedono risposte e sperano con tutta la loro forza che possano essere finalmente liberati. Cento giorni dopo l’attacco dei miliziani di Hamas, a Reim, nei pressi di Gaza, verrà realizzata una rievocazione dell’assalto da parte dei combattenti palestinesi. In quel punto venne provocata una strage: furono uccise 360 persone, tra cui molti dei partecipanti al Festival musicale Nova.
Ma intanto la guerra continua e fonti palestinesi hanno parlato di un attacco israeliano nella notte che ha provocato la morte di 60 persone all’interno della Striscia. Alcuni testimoni hanno parlato di bombardamenti nella mattinata, in cui sarebbe stato colpito un corrispondente dell’agenzia di stampa Afp. L’esercito israeliano ha inoltre dichiarato di aver ucciso più di 8.500 miliziani a Gaza, oltre a 1.000 terroristi che hanno compiuto l’attacco in Israele il 7 ottobre. Inoltre. Tel Aviv avrebbe informato l’Egitto di voler attuare una nuova operazione militare per il controllo tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, nei pressi della frontiera di Rafah. Ad oggi però non vi sono ancora conferme ufficiali in merito.