Il premier israeliano non teme niente e nessuno. La sua determinazione nel combattere Hamas dopo cento giorni di guerra, è ancora forte.
Dopo ben cento giorni di scontri nella Striscia di Gaza, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato con fermezza che nemmeno la Corte internazionale di Giustizia (CIJ) potrà fermare la campagna contro Hamas. In una conferenza stampa tenutasi sabato, Netanyahu ha risposto alle accuse del Sudafrica di genocidio israeliano contro i palestinesi. Ha affermato che la guerra continuerà fino alla completa eliminazione di Hamas.
Le udienze alla CIJ, sollevate dal Sudafrica, hanno portato Netanyahu a difendere energicamente Israele dalle accuse di genocidio, definendole diffamatorie e ipocrite. Nonostante la richiesta del Sudafrica di un ordine provvisorio per fermare l’offensiva israeliana, Netanyahu ha respinto ogni possibile intervento esterno. Non ascolterà nemmeno l’ordine della Corte internazionale di Giustizia. Insomma per lui la guerra e il massacro che ne sta derivando devono continuare senza sosta.
“Guerra fino alla vittoria, nessuno ci fermerà”
Il primo ministro ha enfatizzato la determinazione di Israele nell’affrontare Hamas, affermando che la guerra non si fermerà finché Hamas non sarà completamente eliminato. Nel suo discorso televisivo, ha dichiarato con sicurezza: “Nessuno ci fermerà, né L’Aia, né l’asse del male e nessun altro“. Questa dichiarazione evidenzia la determinazione di Netanyahu nel perseguire gli obiettivi militari contro il gruppo palestinese. Nonostante le udienze alla CIJ possano protrarsi per anni, Netanyahu ha respinto chiaramente qualsiasi possibilità di rispettare un ordine di cessare le ostilità. Questo atteggiamento può portare Israele a un aumento del suo isolamento internazionale, ma il premier sembra essere determinato a mantenere la sua posizione senza compromessi.
La posizione di Netanyahu riflette la convinzione che il conflitto con Hamas sia essenziale per la sicurezza di Israele e che qualsiasi interferenza esterna, inclusa quella della CIJ, non sarà tollerata. La promessa di continuare la guerra fino alla completa eliminazione di Hamas suggerisce una visione a lungo termine e una determinazione a perseguire la sicurezza del paese, anche a costo di sfidare le istituzioni internazionali. Sebbene Israele respinga con forza le accuse di genocidio, il rifiuto di rispettare un ordine della CIJ potrebbe avere conseguenze significative sull’isolamento internazionale del paese. Questa decisione potrebbe portare a nuove critiche da parte della comunità internazionale e a una crescente pressione su Israele per intraprendere azioni più concilianti.
In conclusione, la determinazione di Netanyahu nel continuare la guerra contro Hamas nonostante le accuse internazionali dimostra che il premier israeliano non teme nemmeno i giudici. La sua posizione riflette una priorità sulla sicurezza nazionale e una volontà di resistere a qualsiasi interferenza esterna nella politica interna di Israele. Il futuro dirà come questa decisione influenzerà il paese a livello internazionale e come Israele gestirà le possibili conseguenze del suo rifiuto di rispettare un ordine di cessare le ostilità.