Il salto di qualità della criminalità organizzata in Ecuador e il pericolo di un’estensione della rete di comunicazione dei narcos.
Nel mese di agosto le autorità spagnole hanno fatto irruzione nei container provenienti dal Sudamerica e depositati presso il porto di Algeciras. Al loro interno, nascosti tra i carichi di banane, vi hanno trovato dei sacchi marchiati con una svastica, accompagnata dalla dicitura “Hitler”: ben 9,5 tonnellate di cocaina, la quantità più grande mai sequestrata in Spagna. La droga proveniva proprio da Guayaquil, cittadina ecuadoriana divenuta location delle rappresaglie dei narcos ai danni delle forze dell’ordine locali. L’Ufficio della droga e crimine dell’Onu (Unodc) ha registrato un incremento delle unità destinate ai territori Ue del 9% del 2019 e del 33% nel 2021.
Secondo l’Osservatorio europeo sulle droghe e sulle tossicodipendenze (Emcdda), oltre 3,5 milioni di europei assumono regolarmente cocaina, di cui quasi 2 milioni sono under 34. Cifre, queste, quattro volte maggiori rispetto a quelle registrate vent’anni fa. “Quello a cui stiamo assistendo è un tentativo concentrato e continuo di inondare l’Europa di cocaina” – ha spiegato Emcdda – “E’ un mercato in espansione e non mostra segni di rallentamento” – conclude. In termini di introiti destinati ai narcos, un chilo di cocaina, acquistato in Sudamerica per 1000 dollari, raggiunge un valore di 35mila euro una volta superati i confini europei. Si tratta di un giro di affari del valore di 10 miliardi l’anno.
I narcos, la droga e l’Europa
La negligenza politica ha consentito ai narcos di eseguire un salto di qualità nella criminalità organizzata. La loro rete di contatti ha raggiunto gli Stati Uniti e, ancor più, l’Europa – dove la richiesta per la polvere bianca è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni. La coltivazione di foglie di coca – soprattutto in Bolivia, Colombia e Perù – è aumentata del 34% dal 2020 al 2021. La produzione in eccesso dunque ha consentito alle bande criminali ecuadoriane – favorite da una posizione strategica e dalla mancanza di presa delle amministrazioni governative – di occuparsi della compravendita della polvere.
Di tutta risposta, la mafia italiana ha intessuto la sua tela intorno allo spaccio di cocaina sul territorio. “Trafficanti dai Balcani e membri dei gruppi criminali italiani si sono stabiliti in Ecuador per creare catene di rifornimento per i mercati europei” – denuncia Emcdda nel suo ultimo rapporto. Si tratta di una collaborazione estesa che vede coinvolti Los Chorenos, Los Tinguerones, Los Templados, ‘ndrangheta e camorra. La prova, questa, che nessun conflitto esula le potenze mondiali da un’attenzione dovuta, soprattutto perché le tensioni che imperversano oltreconfine potrebbero – in fondo – toccarci direttamente.
L’incapacità dei governi ecuadoriani di contrastare la criminalità organizzata, ha consentito ai narcotrafficanti di costruire una fitta rete di affari illegali nei territori europei e non solo. “Stiamo monitorando attentamente gli sviluppi in Ecuador per anticipare ogni possibile effetto di ricaduta sul panorama della sicurezza europea” – ha quindi garantito Claire Georges, portavoce dell’Europol – Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione dell’attività di contrasto.