Tre guerre ed un ingestibile flusso migratorio dai confini messicani. Joe Biden ha diversi talloni d’Achille e Trump un inarrestabile arco.
Donald Trump e Joe Biden sono in guerra e, per quanto il controverso imprenditore abbia avuto qualche problema con la giustizia, il suo rivale democratico ha – oggettivamente – diversi talloni d’Achille contro i quali scoccare frecce a profusione. Oltre ad affrontare il delicato tema riguardante gli affari illeciti del figlio Hunter, il tycoon ha prodotto un bilancio su quanto accaduto durante il suo mandato. La lunga lista di fallimenti ha incluso il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan nel 2020, scelta che implicò il consumarsi di una rovinosa guerra interna e la riconquista delle principali istituzioni governative da parte dei talebani; non ha poi mancato di citare le tensioni tra Ucraina e Russia ed infine il tragico conflitto israelopalestinese.
“Il corrotto Joe Biden è il peggior presidente della storia degli Stati Uniti” – ha tuonato Donald Trump. Un’accusa, questa, che i connazionali non possono contraddire più di tanto. Il leader dell’apparentemente irraggiungibile potenza occidentale ha fallito tanto in politica estera, quando in riferimento agli affari interni del Paese – culminati con l’ingestibile marcia dei migranti che, nel mese di dicembre, hanno attraversato il confine messicano per realizzare il “sogno americano”. Tutti punti, questi, ribaditi dall’imprenditore e principali responsabili del ridimensionamento dell’importanza impartita ai cittadini rispetto ai procedimenti penali e giudiziari a carico del candidato repubblicano. Ora, ci si mette anche lo Yemen.
Trump colpisce il bersaglio
“Stiamo lanciando bombe in Medioriente, ancora una volta” – tuona Donald Trump, premessa che segue l’attacco al rivale democratico Joe Biden – “Ora abbiamo guerre in Ucraina, Israele e Yemen, ma niente sulla frontiera meridionale. Questo fa molto senso”. Il tycoon ha sottolineato come il Presidente degli Stati Uniti d’America si curi più di quanto accade oltreoceano, invece di concentrarsi sul benessere dei cittadini da lui presieduti. Gli esponenti repubblicani hanno ribadito, spesso e volentieri, l’importanza di costruire una frontiera in prossimità del confine messicano per gestire i flussi migratori.
Ciò nonostante, Joe Biden – nei suoi monologhi pubblici – focalizza la sua attenzione sull’invio di finanziamenti all’Ucraina e ad Israele – ed ora sul contrasto dei ribelli Houthi che dominano il Mar Rosso. Disordini, interni ed esterni al Paese, che non contribuiscono certo ad alimentare la fiducia degli elettori nei confronti dell’attuale leader in carica. E mentre Donald Trump appare sempre più convincente – nonostante frequenti quasi più le aule del tribunale che le infinite stanze della sua lussuosa villa – Joe Biden sembra annaspare pericolosamente nell’acqua, senza possibilità di riemergere.