Un ritardo che l’Ucraina potrebbe dover pagare a caro prezzo. La Commissione Europea non invierà il numero di munizioni garantite.
Appare ormai incomprensibile la fiducia riposta da Volodymyr Zelensky nella comunità internazionale. Le principali potenze occidentali hanno manifestato chiaramente di essersi disamorate della causa ucraina, ormai imprigionata da mesi in una condizione di stallo. Il leader ha persino proposto di utilizzare i beni russi congelati all’estero – del valore di 300miliardi – come monito per tutti i futuri invasori ed aggressori. Eppure, ad oggi, qualsiasi discorso di incoraggiamento del Premier viene percepito come un cumulo di parole vuote e prive di sostanza. La Russia sta avendo la meglio, soprattutto grazie ad una scelta più accurata dei suoi alleati.
Nell’anno corrente Putin riceverà rifornimenti e munizioni dagli “amici” orientali, mentre Zelensky – oltre a mere promesse – non ha in tasca nulla. Il concreto sostegno della causa ucraina si è esaurito in seguito allo scoppio del conflitto israelopalestinese, principale motore delle attuali discussioni internazionali. I riflettori si sono spostati ed ora l’Occidente ha altro a cui pensare. Nel frattempo i soldati, in Ucraina, continuano a perdere la vita sotto il fuoco delle bombe e nell’inquietante buio delle trincee. Per concludere, come ciliegina sulla torta, l’Ue ha confermato un possibile ritardo nella consegna delle munizioni promesse a Kiev.
Niente munizioni per Kiev
La Commissione Europea aveva confermato l’invio di 1milione di munizioni a Kiev entro il mese di marzo 2024. Tuttavia, nelle ultime ore, la portavoce del Mercato Interno Johanna Bernsel ha spiegato che suddetta promessa rappresenti più “un obiettivo politico”, di fatto difficile da realizzare senza la collaborazione delle aziende private che si occupano del trasferimento. Per quanto appaia inverosimile che un’industria non rispetti i tempi stabiliti dalle amministrazioni governative, Bernsel ha tenuto a sottolineare come gli Stati membri stiano facendo il possibile per perseverare nel sostegno della causa ucraina e dei suoi cittadini.
Nel merito è intervenuto anche il portavoce degli Affari Esteri Peter Stano: “E’ uno sforzo in corso” – ha spiegato – “bisogna vedere lo sforzo anche in altri campi, non solo sulle munizioni”. Egli ha voluto ribadire che, nel mese di dicembre, Kiev ha ricevuto oltre 300mila munizioni da artiglieria e 3.200 missili, giustificando implicitamente il ritardo registrato. Ad ogni modo, su domanda dei giornalisti, Stano non ha smentito l’indiscrezione secondo cui – entro la fine del mese di marzo – la nazione in conflitto dovrebbe aver ricevuto meno della metà delle munizioni promesse dalla Commissione Europea nelle settimane precedenti.