La popolazione all’interno della Striscia di Gaza si è ridotta per via della guerra e dei bombardamenti. La zona è sempre più inabitabile
Sono passati ormai tre mesi dall’inizio della guerra tra Hamas e Israele. Gli scontri sono andati avanti ininterrottamente – tranne per alcuni giorni grazie ad un insperato cessate il fuoco – provocando numerose vittime.
Come ogni guerra, la violenza fa da padrone in un contesto di morte e distruzione. Ma a rendere ancora più terrificante ciò che sta succedendo nella regione mediorientale è il dato relativo alla popolazione palestinese. Circa l’1% di coloro che si trovava all’interno della Striscia di Gaza all’inizio della guerra è morto.
“Il mondo sta a guardare”
Le forze armate israeliane hanno ucciso circa l’1% della popolazione palestinese residente all’interno della Striscia di Gaza. È quanto rivelato dall’analisi condotta sulle vittime della guerra forniti dal Ministero della Salute di Gaza, sotto il controllo di Hamas. Informazioni validate dall’Ufficio per gli affari umanitari diretto dall’Onu. I dati parlano infatti, di circa 22.835 persone che hanno perso la vita durante i tre mesi di guerra tra Israele e Hamas. In soli 90 giorni di conflitto, l’1% della popolazione è stata uccisa dagli scontri e bombardamenti.
Martin Griffiths, Sottosegretario generale Onu per gli affari umanitari ha affermato che Gaza è diventato ormai un luogo di “morte e disperazione“, dove migliaia di donne e bambini sono stati feriti gravemente o addirittura uccisi. Il Sottosegretario ricorda come la situazione sanitaria nella Striscia è diventata ormai disperata, data dalle carenze delle strutture mediche – costantemente sotto attacco – e dalla diffusione sempre più capillare delle malattie infettive all’interno dei rifugi. “Gaza è diventata semplicemente inabitabile – scrive Griffiths in una nota – I suoi abitanti sono testimoni di minacce alla loro esistenza, mentre il mondo sta a guardare“.
Ma la situazione disperata e oltre il limite della sopportazione non sembra voler fermare gli obiettivi dell’esercito israeliano. Daniel Hagari, portavoce militare delle forze armate di Tel Aviv, h riferito che Israele ora entrerà in una “nuova fase” della guerra. Il funzionario ha infatti affermato che seguirà presto una fase “meno intensa” dei raid e combattimenti. Ci sarà infatti un minore utilizzo delle forze di terra e anche degli attacchi da parte dell’aeronautica israeliana. Un elemento che è stato posto direttamente al segretario di Stato americano, Antony Blinken, in visita in Israele.