Secondo Bloomberg una guerra tra Taiwan e Cina avrebbe un impatto devastante per l’economia globale: pari al 10% del Pil mondiale
Una guerra a Taiwan con protagoniste la Cina e gli Stati Uniti, che più di una volta hanno ribadito di essere pronti a sostenere Taipei in caso di un’aggressione cinese, potrebbe avere un impatto devastante non solo in termini di vite umane, ma anche di costi.
Secondo una stima fatta da Bloomberg, lo scoppio di una guerra a Taiwan potrebbe avere un impatto sull’economia mondiale peggiore rispetto alla pandemia o al conflitto in Ucraina, con le ricadute che potrebbero arrivare all’esorbitante cifra di 10.000 miliardi di dollari.
L’impatto economico di una guerra a Taiwan
Una guerra del genere per Bloomberg lascerebbe sul campo il 10,2% del Pil mondiale, con i Mercati più colpiti che sarebbero quelli del Giappone, della Corea del Sud e del Sud-Est asiatico in generale.
Per l’agenzia economica “una guerra per Taiwan costerebbe così tanto in sangue e materiali che anche i più insoddisfatti dello status quo hanno motivo di non rischiare”, con un impatto di gran lunga superiore a quello del conflitto in Ucraina a causa della centralità di Taipei nell’industria dei semiconduttori.
“Bloomberg ricorda che il 5,6% del valore aggiunto prodotto su scala mondiale (circa 6mila miliardi di dollari) deriva da settori che fanno un uso diretto dei microchip – riporta Agenzia Nova -. Il valore di mercato dei primi 20 clienti del colosso taiwanese dei semiconduttori Tsmc ammonta a circa 7.400 miliardi di dollari, e lo Stretto di Taiwan è uno dei corridoi del commercio marittimo più trafficati del mondo”.
Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina i riflettori si sono accesi anche su Taiwan, l’isola ribelle amica degli Stati Uniti che da sempre è rivendicata dalla Cina: di recente Xi Jinping ha ribadito la promessa di riprendere il controllo della fu Formosa entro il 2049, anno del centenario dalla nascita della Repubblica popolare cinese.
Una guerra però potrebbe scoppiare ben prima viste le crescenti tensioni intorno all’isola, tanto che Henry Kissinger in una delle sue ultime interviste ha definito inevitabile uno scontro militare tra Usa e Cina – entro qualche anno – per la questione Taiwan se le due potenze non dovessero iniziare a dialogare e a migliorare i loro rapporti.
In questo scenario c’è grande attesa per le elezioni a Taiwan che si svolgeranno il prossimo 13 gennaio: il filo-americano Partito progressista democratico (Dpp) che da anni governa l’isola per i sondaggi è di poco avanti rispetto al Kuomintang (Kmt), il partito nazionalista taiwanese considerato come il più disposto ad aprire un dialogo con la Cina.
L’esito delle elezioni come spiegato da Federico Giuliani in un’intervista rilasciata a Money.it “potrebbe cambiare il mondo”, con il rischio di una guerra che resta drammaticamente alto soprattutto se dovesse affermarsi di nuovo il Dpp.
Per Bloomberg la Cina potrebbe “colpire” Taiwan in due modi: bloccando l’isola impedendone gli scambi commerciali oppure invadendola militarmente provocando un’inevitabile risposta da parte degli Stati Uniti.
Ecco quale sarebbe l’impatto economico per Bloomberg dei due scenari ipotizzati: “Un blocco dell’isola da parte della Cina comporterebbe un crollo del Pil taiwanese del 12,2 per cento nel corso del primo anno, mentre per la Cina, gli Stati Uniti e il mondo intero la ricaduta in termini di Pil ammonterebbe rispettivamente all’8,9 per cento, al 3,3 per cento e al 5 per cento. Nel caso invece di un conflitto militare su larga scala l’economia Taiwanese subirebbe un collasso, con un crollo del 40 per cento in un anno e la distruzione degli insediamenti civili e industriali lungo la costa. Il Pil Cinese potrebbe subire un tracollo sino al 16,7 per cento, mentre per gli Stati Uniti il danno economico ammonterebbe a circa il 6,7 per cento del Pil”.
Nello scenario peggiore, quello di una guerra su larga scala, il Pil mondiale crollerebbe del 10,2% con un impatto ben peggiore rispetto alla crisi finanziaria, al Covid e al conflitto in Ucraina in corso da quasi due anni.