Non c’è ancora nessun accordo tra le parti e ora tra gli Stati Uniti e Israele il futuro sembra essere sempre più cupo
Da ormai quasi tre mesi il conflitto da Israele e Hamas sembra aver assunto proporzioni gigantesche, tanto da non riuscire a vederne la fine.
A testimonianza di ciò sono le difficoltà impressionanti nel riuscire a trovare una soluzione per quanto riguarda una possibile tregua. Gli scontri a fuoco continuano, così come la strage di civili che sembra non fermarsi. Ma ora a complicare le cose sono i rapporti sempre più tesi tra Israele e Stati Uniti che potrebbero portare ad un allungamento della guerra.
Una diplomazia ai ferri corti
La guerra in Medio Oriente continua con tutta la sua violenza e ferocia che l’ha caratterizzata fin dal suo inizio. Ogni giorno, infatti, aumenta il numero di morti e feriti, soprattutto tra i civili, rendendo questo conflitto davvero difficile da digerire per la storia. Intanto continuano le richieste di un cessate il fuoco da parte di moltissimi esponenti internazionali, e da parte delle associazioni umanitarie. Ma a tenere davvero banco sono i rapporti sempre più tesi e difficili tra gli Stati Uniti e Israele. I due governi non sono ancora arrivati ad un compromesso e questo si riflette anche sull’andamento della guerra.
Secondo i portavoce del governo americano, le dichiarazioni sul reinsediamento dei palestinesi fuori da Gaza, fatte dai ministri israeliani Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, sono “una retorica provocatoria e irresponsabile“. A parlare è il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew MIller, secondo cui il governo israeliano aveva ripetutamente garantito agli Usa che non sarebbe stata questa la politica di Tel Aviv. Un cortocircuito che però non piace agli Stati Uniti, che hanno fatto sapere pubblicamente qual è l’attuale stato d’animo del governo guidato dal presidente Biden. “Dovrebbero fermarsi immediatamente – ha dichiarato Miller – siamo stati chiari e inequivocabili sul fatto che Gaza è terra palestinese e rimarrà tale“.
Parole che dimostrano come il rapporto tra i due governi sia arrivato davvero ai ferri corti. Itamar Ben Gvir ha infatti risposto al Dipartimento di Stato americano dicendo che apprezza gli Stati Uniti, ma che “con tutto il rispetto, Israele non è un’altra stella sulla bandiera americana“. Ben Gvir ha poi rilanciato dicendo che “la migrazione di centinaia di migliaia da Gaza permetterà ai residenti della periferia di tornare a casa”. Il ministro israeliano ha poi voluto ribadire l’amicizia con gli Stati Uniti, pur evidenziando che sarà fatto “ciò che è meglio per Israele”.