Vladimir Putin si rivela, per l’ennesima volta, un grande stratega. Contrariamente a Zelensky, il leader russo ha scelto i giusti alleati.
Mentre il New York Times sostiene la sentita apertura del leader russo ad un dialogo con il rivale ucraino, il Wall Street Journal spiega invece che Vladimir Putin sarebbe in procinto di acquistare missili balistici a corto raggio dall’Iran. Niente pace dunque, tantomeno la resa delle potenze coinvolte nel conflitto. Il Cremlino sta studiando una tattica militare che consenta alle forze armate di sfondare le linee difensive ucraine e lacerare definitivamente l’estenuante condizione di stallo delle ultime settimane. Questo spiega dunque la visita del Ministro della Difesa Sergei Shoigu a Teheran nel mese di settembre 2023.
Per quanto l’accordo non sia ancora ufficiale, è possibile che i rifornimenti iraniani raggiungano Mosca nella stagione primaverile. Il Wall Street Journal ha inoltre tenuto a sottolineare che le intenzioni di Putin sarebbero emerse già nel mese di dicembre, quando una delegazione russa raggiunse un’area di addestramento iraniana per osservare in prima persona i dispositivi militari della Forza aerospaziale del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche. Funzionari statunitensi hanno inoltre confermato l’esecuzione di una dimostrazione, alla quale ha assistito Shoigu, volta ad esaltare la potenza dei balistici iraniani e del drone a lungo raggio Ababil – generalmente utilizzato come ordigno bersaglio.
Putin ha scelto gli alleati giusti
L’Iran non sarà l’unico a rifornire il gigante russo delle sue unità militari più potenti: la Corea del Nord ha iniziato ad inviare, come previo accordo, una serie di armi, munizioni e missili balistici a corto raggio alla Russia orientale. La combinazione degli ordigni nordcoreani ed iraniani potrebbe conferire a Vladimir Putin la potenza necessaria per contrastare efficacemente il rivale ucraino, il quale – nonostante la tragica evidenza dei fatti – continua a crogiolarsi nella convinzione di poter vincere la guerra.
Zelensky confida sulle alleanze occidentali, il cui primo motore risiede nell’influenza statunitense. Peccato che i vertici americani abbiano perso progressivamente interesse per la causa ucraina, tanto che i membri del Congresso faticano ad approvare la legge – proposta dall’amministrazione Biden – che garantirebbe l’invio di un ulteriore pacchetto di finanziamenti alle forze armate gialle-blu. Questo scetticismo, oltre ad indispettire il Presidente in carica, provoca inevitabilmente diversi disagi in merito alla gestione del conflitto. E mentre Putin può confidare sul sostegno concreto dei suoi alleati, Zelensly – ad onor del vero – non può certo dire lo stesso.