L’Ucraina sta crollando, eppure tenta ancora di vincere la guerra con un ultimo, disperato sforzo, arruolando chiunque possa reggere un’arma.
Dopo l’invasione russa del febbraio 2022, i cittadini arruolatisi volontari per salvare la loro terra sono stati moltissimi. Si stima che un milione di ucraini abbia imbracciato le armi, nella speranza di respingere l’aggressione con l’entusiasmo patriottico e l’aiuto della Nato. Molti si sono battuti valorosamente, se non eroicamente, sfidando senza paura un esercito molto più esperto ed equipaggiato meglio. Con il passare del tempo, però, si è capito chiaramente che cosa stava succedendo al fronte.
Sui social venivano postati dei video che non lasciavano molti dubbi sui pericoli che si correvano. Bisogna considerare inoltre che una controffensiva espone inevitabilmente chi attacca, cioè gli ucraini, al tiro al bersaglio di chi difende. Le perdite, così, sono ulteriormente aumentate. Inoltre, per mettere in difficoltà l’esercito russo occorrono soldati addestrati e abili nell’uso di armi tecnologicamente avanzate, non soltanto coraggiosi.
Una guerra che non convince tutto il popolo
Le perdite sono stati considerevoli. Secondo la stima del Pentagono, 120mila soldati sono stati uccisi o feriti, ovvero un decimo del totale. Quando la popolazione ha compreso il pericolo, la diserzione ha tolto dal campo di battaglia molti uomini, a centinaia di migliaia. Oltre al desiderio di vivere, c’è un motivo in particolare: che da più di un millennio ucraini e russi sono popoli fratelli. Non tutti i cittadini concordano sulla necessità della guerra, voluta in particolare dall’estrema destra ucraina.
Le motivazioni etniche che animano la maggioranza di governo di Kiev, e che si sono manifestate in modo esplicito, con imposizioni e restrizioni nei confronti dei cittadini russofoni del Donbass, non entusiasmano tutti gli ucraini. Il clima sociale poi è peggiorato dal 2014, quando sono iniziati i combattimenti. Un altro fenomeno rilevante è la corruzione che ha regnato nei centri di reclutamento. Quando la prevalenza militare russa si è fatta evidente, è andato al fronte soprattutto chi non poteva permettersi di corrompere i reclutatori né poteva emigrare clandestinamente, come tanti altri cittadini hanno fatto.
Mancano armi, munizioni e soprattutto soldati
Il presidente Volodymyr Zelensky ha licenziato i dirigenti del reclutamento e ha continuato a tenere in vigore la legge marziale, facendola applicare in modo rigoroso. Chi non si presenta alla chiamata viene cercato e preso anche per la strada, catturato, sequestrato e mandato al fronte. Come si usava in Unione sovietica e come tuttora si fa in Russia. In Ucraina si sta per arrivare ad estremi rimedi, abilitando al servizio militare anche chi ha seri problemi di salute, compresi i feriti. La legge di mobilitazione presentata in questi giorni da Zelensky prevede che svolgano servizio militare persino i non vedenti, i malati di Parkinson e chi ha una mano paralizzata, ma con l’altra può lavorare o sparare.
Il Paese arriva alla disperazione, e non per motivi contingenti. La crisi demografica ucraina ha cause di lunga durata, che risalgono a ben prima delle ostilità iniziate nell’aprile 2014 tra Ucraina e separatisti russofoni. Ora Zelensky conta di attivare una procedura eccezionale, discussa in Parlamento già qualche settimana fa, per chiedere l’estradizione degli emigrati e mandarli al fronte.
E chi non indossa la divisa rischia di perdere ogni diritto
In Parlamento si è considerato, peraltro, il sequestro dei beni ai renitenti alla leva. Quindi, chi è emigrato legalmente prima del 2022 o illegalmente dopo l’invasione, e ha ancora una casa di sua proprietà, se la vedrebbe confiscare. Quanto all’estradizione, i Paesi Baltici potrebbero concederla, individuando i lavoratori ucraini diventati loro cittadini e arrestandoli, in quanto denunciati penalmente da Kiev, per rimandarli in patria. Invece, la Germania non accetterà, per non violare lo Stato di diritto che caratterizza l’Unione europea.
D’altro lato Zelensky vuole concedere ai veterani, che combattono ormai da 21 mesi, un meritato congedo. Ma chi li sostituisce? Oltre al dibattito politico, che non trova tutti d’accordo i gruppi parlamentari, si vivacizza la dialettica tra il capo di Stato e il generale Valerij Zaluzhny. Quest’ultimo chiede molte più truppe: 500mila soldati in più, per poter fronteggiare i russi, in grado di turnare i soldati, oltre che meglio riforniti di armi e munizioni.
Zaluzhny si rende conto che non è possibile congedare soldati esperti per sostituirli con reclute addestrate frettolosamente. Zelensky sa, dal canto proprio, che senza rilasciare i congedi perderà molti voti nelle elezioni di quest’anno. La Russia continua ad avanzare lentamente, usando le sole forze di difesa delle posizioni, senza nemmeno organizzare una controffensiva. Marinka è diventata russa e anche Avdiivka sta cedendo. E negli Stati Uniti, Joe Biden è diventato impopolare proprio per i costi sostenuti a favore dell’Ucraina.