“Putin umiliato” ha trionfalmente titolato il tabloid britannico The Sun, nel suo immancabile stile sensazionalistico, per l’incendio d’un jet
Ma veramente un attacco ucraino è in grado di umiliare il presidente russo? Proprio ora che palesemente Kiev si trova in così grave difficoltà, e che si parla ormai, dopo tanta propaganda atlantista, di collasso ucraino? Gli attacchi aerei russi imperversano sulle città, distruggono edifici pubblici e privati, obiettivi militari e purtroppo anche civili, mietendo vittime ogni giorno, distruggendo carri armati e conquistando piccole città e paesi. Gli alleati della Nato sono diventati avari di aiuti militari. Eppure al Cremlino ci sarebbe un presidente umiliato!
Il fatto di cronaca è l’incendio appiccato a un cacciabombardiere russo Su-34, che si trovava nell’aeroporto militare di Shagol a Chelyabinsk, sul lato orientale degli Urali. Cioè, in linea d’aria, a 1.400 chilometri da Donetsk. A sorpresa, nella notte fra il 3 e il 4 gennaio, esce una notizia di fonte anonima, che riferisce dell’incendio di un cacciabombardiere che faceva parte della ventunesima divisione aerea mista delle forze aerospaziali russe.
Un aereo importante, costoso, da 35 milioni di dollari. I Su-34, pur partendo da lontano, hanno già volato più volte nel cielo del Donbass e oltre, bombardando anche zone residenziali. Infatti aveva fatto scalpore l’abbattimento di tre Su-34 in un sol giorno, alla vigilia di Natale. Eppure c’è del goliardico nell’attentato terroristico di Chelyabinsk. Appare infatti nel video in cui un misterioso personaggio che, dopo aver appiccato il fuoco all’aereo in sosta, mostra il classico segno delle corna.
Il video prosegue per diversi secondi, girato mentre l’autore si allontana dal velivolo. Sempre ripetendo il gesto delle corna. E’ un principio d’incendio della fusoliera, non si vede di più. Le fiamme non divampano. Tanto basta al Sun che parla di aereo distrutto: l’eccesso è la prassi. La notizia poi viene precisata: la fonte sono i servizi segreti ucraini, che sono riusciti ad avvalersi di un sabotatore in un aeroporto militare nel cuore della Russia. La guerra è da tutt’altra parte del mappamondo, The Sun però festeggia. Col suo tono irridente, vende in media quasi tre milioni di copie.
Non è la prima volta che l’Ucraina danneggia un obiettivo militare o civile sul suolo russo, molto lontano dal fronte. In passato, ha lanciato droni persino su Mosca, e su altre città, nella speranza di distrarre dal fronte il nemico, costringendolo a impegnarsi anche a difendere le retrovie e le basi logistiche più lontane. Kiev è riuscita a colpire alcuni treni merci persino in Buriazia, una Repubblica della Federazione a nord della Mongolia. Terra dalla quale proviene un battaglione di soldati arruolatisi con l’Ucraina.
Intanto la Russia, oggi 5 gennaio, continua a colpire Kherson e Kiev, usando missili ricchi di componenti acquistati all’estero, come precisa un’agenzia ucraina. Da parte propria, il Paese occupato è riuscito a danneggiare alcune industrie belliche nella zona di Belgorod, in Russia, vicino al confine, e alcuni depositi in Crimea. Il ministero russo della Difesa ha dichiarato che sono stati uccisi 4.600 soldati ucraini. E’ il prezzo terribile di una guerra che poteva essere concludersi già nel 2022. Era stato il premier inglese Boris Johnson, in particolare, a opporsi alla trattativa di pace che il Cremlino e il governo di Kiev erano pronti a intavolare, dopo i primi sondaggi. Titoli sensazionalistici su quella scelta sciagurata, però, non se ne sono fatti.
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