Le dichiarazioni del Ministro per la Sicurezza Nazionale e del Ministro delle Finanze provocano la netta reazione dell’Ue.
Sono dichiarazioni sincere, di questo dobbiamo prenderne atto. Quanto espresso pubblicamente dal Ministro per la Sicurezza Nazionale e dal Ministro delle Finanze israeliano rivela finalmente quali siano i reali obiettivi del governo che domina il loro Paese. Il dado è tratto – direbbe Giulio Cesare. Gli ostaggi rappresentano evidentemente l’ultimo degli obiettivi dell’intoccabile Stato ebraico, in quanto le ambizioni del buon vecchio Bibi si estendono ben oltre la “semplice” neutralizzazione di Hamas. Niente accordo a due Stati, tantomeno la garanzia di conferire alla popolazione palestinese la libertà e l’autonomia governativa.
Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich hanno spiegato – con sconsiderata convinzione – che il loro Paese dovrà “dedicarsi ad incoraggiare i residenti di Gaza ad emigrare”, in modo da favorire “il controllo permanente” della Striscia. Quest’ultima verrà dunque inglobata nel territorio israeliano e successivamente occupata dai coloni che – con la benedizione di Netanyahu – provvederanno ad impedire che forze di opposizione – quali appunto Hamas – riescano ad accendere nuovamente la fiamma della ribellione. Occupazione, oppressione, discriminazione della popolazione palestinese. Tutti concetti, questi, che Usa e Ue, in onore del diritto internazionale umanitario, non hanno potuto – almeno formalmente – accettare.
“Israele non può permettere che la Striscia di Gaza continui a essere un laboratorio per due milioni di persone che vogliono distruggere il nostro Stato“ – le agghiaccianti dichiarazioni di Smotrich. Peccato che, affermare che tutti i palestinesi residenti a Gaza siano terroristi, sarebbe come sostenere che tutti gli italiani stabiliti nel Bel Paese abbiano a che fare con la mafia. Vaneggia, dunque, il Ministro delle Finanze israeliano nel disperato tentativo di giustificare la tragedia umanitaria consumata oltre il confine dello Stato ebraico.
Una generalizzazione, questa, che solo i grandi dittatori hanno avuto il “coraggio” di proporre al popolo, come motore dell’annientamento di tutti coloro che si “permettevano” di esprimere un diverso pensiero. A prova di questo, è importante sottolineare che persino la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen – che ha sempre sostenuto la legittimità di un’operazione difensiva contro i terroristi – si sia categoricamente dissociata dalle dichiarazioni dei due ministri israeliani.
Bruxelles ha condannato qualsiasi tipo di insediamento illegale in territori non appartenenti allo Stato di Israele, denunciando i crimini commessi dai coloni israeliani contro i residenti palestinesi stabiliti in Cisgiordania. Proprio su questo, l’Ue ha predisposto l’applicazione di sanzioni delle quali i responsabili dovranno necessariamente rispondere. Nel merito è intervenuto anche il Ministro deli Esteri olandese, il quale ha ribadito che i Paesi Bassi “respingono qualsiasi richiesta di trasferimento dei palestinesi da Gaza o di riduzione del territorio palestinese”. La causa israeliana è divenuta ormai indifendibile.
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