Secondo il New York Times, Vladimir Putin sarebbe disposto ad aprire i negoziati di pace con l’Ucraina. Tuttavia, qualcosa non torna.
Fonti diplomatiche avrebbero rivelato alla redazione del New York Times la volontà di Putin di accettare l’apertura di un negoziato con il rivale ucraino. Si tratta di un’ipotesi che la nota testata statunitense sostiene con fervente convinzione da diverse settimane, ma che tuttavia si scontra con la realtà dei fatti. Sembra paradossale come, pochi giorni dopo la pubblicazione dello speranzoso articolo, lo stesso leader abbia pianificato uno dei più disastrosi bombardamenti consumati nella terra in conflitto: sei delle principali metropoli presiedute da Volodymyr Zelensky hanno subìto la potenza del gigante russo.
Non possiamo non citare poi l’indiscrezione diffusa dalla Nikkei Asian Review, tra le cui righe si legge di una presunta ammissione al leader cinese Xi Jinping. Putin avrebbe spiegato all’alleato orientale di aver intenzione di prolungare la guerra per altri cinque anni. Ed ecco dunque che la teoria sostenuta da alcune delle principali testate internazionali, e rivendicata dai leader europei e statunitensi, appare non solo come utopica e visionaria, bensì come una beffa ai danni di coloro che sperano nell’allentamento delle ostilità. Almeno per ora, il comportamento di entrambi i leader coinvolti tutto fanno pensare, purché ad una tregua.
Putin rivendica la pace e bombarda l’Ucraina
Putin ha davvero intenzione di aprire i negoziati? Un quesito, questo, che “lacera” le menti delle principali potenze occidentali. Negli Stati Uniti si vocifera di alcune condizioni esposte dal leader russo sul tavolo delle trattative. Attualmente le forze armate del Cremlino hanno occupato il 19% del territorio ucraino. La proposta del Presidente risiederebbe, dunque, nel congelamento del conflitto e la conseguente annessione delle terre conquistate alla Russia.
Si tratta tuttavia di un’offerta che, per quanto allentante in nome del rinnovato sentimento di pace, non sarà mai in grado di stuzzicare la mente di Volodymyr Zelensky. Accettare significherebbe rassegnarsi alla sconfitta, perdere alcune delle più imponenti metropoli industriali ucraine e costringere la Nazione alla precarietà economica, finanziaria e soprattutto sociale. In secondo luogo, la Russia avvicinerebbe i propri confini al territorio europeo e questo produrrebbe un certo scetticismo nell’inserimento del Paese nel mercato internazionale.
L’Ucraina verrebbe percepita come un ordigno pronto ad esplodere, impossibile da annettere nella Nato e conseguentemente abbandonato a sé stesso. E’ inverosimile che le Nazioni Unite decidano di prendersi carico di una terra devastata e desolata, lacerata dalla guerra ed interamente da ricostruire. Ed ecco il motivo per cui le condizioni di Putin appaiono come una burla, espressa con una docile serietà che nasconde un sorriso beffardo sotto i baffi. La Russia infatti ne uscirebbe, ad ogni modo, indiscussa vincitrice.