Medio Oriente, di male in peggio

La situazione nella regione è tutt’altro che placata e ora i volontari per combattere contro Israele sono sempre di più

Quelle che si sta diffondendo in Medio Oriente e una situazione sempre più tesa. Nonostante siano passati ormai quasi tre mesi dall’inizio della guerra, le tensioni non si placano.

Medio Oriente, di male in peggio
Le cose nella regione mediorientale si complicano sempre di più (ansa) – Rationalinternational.net

Gli attacchi di Hamas in Israele hanno portato all’invasione dell’esercito di Tel Aviv all’interno della Striscia di Gaza. Ma ora la tensione aumenta di giorno in giorno e dopo l’uccisione del numero 2 di Hamas sono moltissime le formazioni militari che sono disposte ad attaccare Israele. Ecco che cosa sta succedendo.

Una guerra senza fine

Quello che sta avvenendo in Medio Oriente è un accrescersi di tensione che va avanti ormai da tre mesi. Dopo l’uccisione di Saleh al-Arouri, il numero 2 di Hamas, in molti temono il rischio di un’escalation che produrrebbe ancora scontri e morti. La zona che risulta essere più calda di tutte è quella del Libano, dove Hezbollah continua con le scaramucce con l’esercito israeliano. Tuttavia ,le milizie filo-iraniane e alleate di Hamas non sembrano essere molto convinte della convenienza di un eventuale conflitto esteso con Israele. Ma l’uccisione di al-Arouri, avvenuta proprio a Beirut, potrebbe aver cambiato lo scenario. Gli Hezbollah hanno dichiarato di essere “pronti ad affrontare il nemico“.

Medio Oriente, di male in peggio
Hezbollah ha fatto sapere di essere pronta a reagire (ansa) – Rationalinternational.net

Ma tutto sembra dipendere dalle decisioni dell’Iran, che in questi mesi sembra aver assunto le redini di una situazione tutt’altro che facile da gestire. A Ramallah e a Jenin, intanto, è stata proclamata una giornata di sciopero generale e tutti gli ufficii pubblici e i negozi sono stati chiusi in segno di lutto. Una situazione che segna il contesto di crescente tensione nel territorio. Questo è spesso soggetto di pesanti raid aerei da parte dell’esercito israeliano, che prende di mira i “sostenitori di Hamas”. A testimonianza di ciò l’arresto avvenuto da poche ore di quattro giovani che si trovavano nel campo di Nur al-Shams di Tul Karem. Sono stati circa 2.570 i palestinesi fermati dalle autorità israeliane in sole dodici settimane.

A rendere ancora più infiammata la situazione vi è il blocco della Cisgiordania causato dalla sospensione dei permessi di lavoro per quasi 200mila residenti che lavoravano in Israele. Ora sono tutti disoccupati. I colloqui sono fermi dopo l’uccisione del numero 2 di Hamas e le richieste di un cessate il fuoco da parte dell’Egitto e del Qatar non produrranno alcun risultato almeno nel breve periodo. Intanto continuano le proteste in Israele da parte dei parenti dei civili israeliani rapiti da Hamas durante gli attacchi del 7 ottobre.

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