Scosse di magnitudo 7.6 hanno travolto il Giappone e i suoi abitanti. Non si registravano valori simili dal 1885.
Il Giappone è noto per essere un territorio altamente sismico. Questa consapevolezza ha convinto gli esperti della necessita di monitorare il sottosuolo, in modo da prevedere eventuali scosse e terremoti potenzialmente pericolosi. Grazie al sistema di prevenzione studiato dagli scienziati, è stato possibile limitare i danni della catastrofe ambientale che ha travolto il Paese nelle ultime ore. Si contano “solo” una sessantina di morti ed altrettanti feriti imprigionati sotto le macerie. Per quanto il bilancio delle vittime rappresenti sempre una pratica fastidiosa e sofferta, è opportuno sottolineare che – laddove i vertici non avessero investito nei sistemi di allarme – il numero delle perdite sarebbe lievitato inesorabilmente.
Nel momento in cui i sistemi di rilevazione individuano una potenziale scossa sismica, le reti locali – così come i cellulari, dispositivi tecnologici e radiofonici – lanciano automaticamente l’allarme. La segnalazione raggiunge così tutti i cittadini nel giro di 10/20 secondi. Gli edifici sono inoltre costruiti in materiali anti-sismici, che garantiscono alla popolazione – per lo meno – il tempo di abbandonare la struttura ed allontanarsi dalle zone dove possono verificarsi eventuali crolli. Si tratta di precauzioni necessarie: il 20% dei terremoti, il cui magnitudo supera i 6.0, si verifica proprio in Giappone. Per intenderci, i sismometri rilevano movimenti ambigui del sottosuolo ogni cinque minuti circa.
Sisma di magnitudo 7.5
La terra si è sollevata, come manipolata da una forza incontrollabile. La navicella spaziale ALOS-2 ha spiegato che, nel momento del sisma, la distanza tra quest’ultima e il suolo terrestre giapponese è diminuita. Il Geospatial Information Authority of Japan (GSI) ha sottolineato come nella città di Wajima si sia registrato uno spostamento laterale di 1,3 metri, divenuto un metro ad Anamizu ed 80 centimetri a Suku. La BBC ha invece rivelato che la superficie ha raggiunto persino i 4 metri di altezza, al di sopra del livello normale.
In particolare la penisola di Noto ha subìto la più forte scossa sismica dal 1885, anno in cui gli esperti hanno iniziato a monitorare il territorio. Si fa riferimento ad un magnitudo di 7.6, la cui potenza distruttiva ha letteralmente travolto la quotidianità dei civili. La zona ha oscillato come mai prima d’ora, seguendo l’agghiacciante boato con il quale la terra preannuncia il peggio. L’unico evento simile si verificò in Turchia e Siria, dove un sisma di magnitudo 7.5 distrusse intere città. Tuttavia, allora il bilancio delle vittime fu tragico: più di 50mila persone morirono sotto le macerie.