La guerra crea ulteriori tensioni anche in mare: la Turchia blocca le due navi militari donate dal Regno Unito all’Ucraina.
Il conflitto tra Russia e Ucraina ha preso una svolta inaspettata. La Turchia ha deciso di bloccare il passaggio attraverso il Bosforo e lo stretto dei Dardanelli a due navi dragamine. Le navi sono state donate dalla Royal Navy britannica alla marina militare di Kiev. Questa mossa, annunciata dal governo di Ankara il 2 gennaio, rappresenta forse un chiaro segnale di sostegno a Mosca? Eppure la Turchia si è sempre sforzata di mantenere un equilibrio diplomatico tra le due nazioni in conflitto.
Andiamo a vedere meglio cosa è successo. Le due navi cacciamine erano destinate a rafforzare le forze marittime ucraine nel Mar Nero. Esse però sono diventate oggetto di una disputa geopolitica più ampia. La Turchia infatti si appella alla Convenzione di Montreux del 1936 per giustificare la sua decisione. Secondo questa convenzione, la Turchia ha il diritto di vietare il passaggio attraverso i suoi stretti alle navi di paesi coinvolti in un conflitto. Questo al fine di evitare un coinvolgimento diretto nel conflitto e di preservare la sicurezza della regione.
La scelta della Turchia indebolisce Kiev?
L’ufficio del presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato: “i nostri alleati sono stati debitamente informati che le navi cacciamine donate all’Ucraina dal Regno Unito non potranno attraversare lo stretto turco finché la guerra continuerà”. Questo movimento riflette l’applicazione rigorosa della Convenzione di Montreux da parte della Turchia. Purtroppo però è destinato a creare tensioni e a suscitare reazioni a livello internazionale.
La convenzione stessa non impone restrizioni alle marine militari di paesi non coinvolti in un conflitto. Essa lascia alla Turchia il potere di decidere il passaggio di tutte le navi se c’è il timore di essere coinvolta in una guerra. Fino ad ora, né la Russia né l’Ucraina hanno richiesto il transito delle loro imbarcazioni attraverso i stretti turchi, ma la decisione della Turchia di bloccare le navi donate dall’Inghilterra solleva interrogativi sulla sua neutralità e sulla sua volontà di favorire uno schieramento rispetto all’altro.
Le due navi dragamine rappresentano una risorsa significativa per l’Ucraina, il cui arsenale navale è attualmente limitato ai droni marittimi kamikaze. Questi droni hanno dimostrato un certo successo nel respingere le forze russe dalla parte occidentale del Mar Nero, consentendo il parziale ripristino delle rotte commerciali e facilitando l’esportazione di grano dall’Ucraina. Tuttavia, l’instabilità della situazione marittima ha messo a rischio i mercantili, soggetti al pericolo degli ordigni navali russi.
In un contesto del 2024 che si preannuncia cruciale per lo sviluppo del conflitto, la decisione della Turchia di bloccare le navi donatrici britanniche potrebbe avere ripercussioni significative sulla dinamica della guerra. L’economia dell’Ucraina, già sotto pressione a causa dei blocchi autostradali organizzati da agricoltori di nazioni est-europee, potrebbe risentire ulteriormente della mancata possibilità di esportare una maggiore quantità di prodotti.
La comunità internazionale dovrà ora affrontare le implicazioni di questa mossa della Turchia, cercando di mediare tra le parti coinvolte e promuovere una soluzione pacifica al conflitto. Nel frattempo, il Mar Nero rimane un teatro cruciale di operazioni militari e diplomatiche, con la Turchia che gioca un ruolo sempre più centrale nelle dinamiche della regione.