188 iraniani uccisi, un altro disastro

Nella ricorrenza dell’assassinio di Soleimani, deciso da Trump nel 2020, un attentato ha causato una strage tra la folla che gli rendeva onore

Qasem Soleimani era stato ucciso da un drone il 3 gennaio del 2020 e la folla è venuta a commemorarlo nel Cimitero dei Martiri, a Kerman, città di oltre 700mila abitanti nel centro dell’Iran. E lì due esplosioni hanno ucciso 188 persone, ferendone più di 100, secondo i primi calcoli. Inizialmente, come hanno sostenuto alcuni media locali, si era parlato di due bombole di gas e di un tragico incidente. Più tardi la tv locale, dalle prime indagini del vicegovernatorato locale, ha accreditato l’ipotesi dell’attentato terroristico. Il sindaco di Kerman, Said Shearbaf, ha affermato che le deflagrazioni si sono succedute a 10 minuti di distanza l’una dall’altra.

103 iraniani uccisi, un altro disastro
Soccorritori in azione nel Cimitero dei Martiri di Kerman – rationalinternational.net Ansafoto

Ed entrambe si sono verificate vicino alla tomba di Qasem Soleimani, generale maggiore e capo della forza Quds, la Brigata Santa. Soleimani era il più prestigioso dei Guardiani della Rivoluzione ed era stato ucciso con un attacco aereo all’aeroporto di Bagdad. Un drone, su ordine del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, aveva colpito il convoglio di auto che trasportavano il pasdaran, la scorta e le persone a lui più vicine. Le vittime erano state otto. Un omicidio premeditato e deciso dalla Casa Bianca. Il pasdaran è stato sepolto nella moschea Saheb al-Zaman: le detonazioni sono avvenute fuori dal tempio, particolarmente frequentato.

Due bombe contro il cuore della Rivoluzione islamica

Era una personalità di primo piano in Iran, Qasem Soleimani, ancora molto popolare. Era uno degli uomini chiave nel programma nucleare iraniano, segnalato assieme ad altri dal Consiglio di sicurezza dell’Onu per non aver rispettato una risoluzione del 2006. Anche il consiglio dell’Unione europea lo aveva inserito nella lista delle persone sanzionate per la sua attività a favore dello sviluppo nucleare iraniano. Aveva inoltre favorito l’esportazione di armi dall’Iran, violando un’altra risoluzione Onu del 2007. Osannato in patria, era considerato negativamente in Occidente, che vedeva in lui un pericolo per le politiche di pace.

103 iraniani uccisi, un altro disastro
A Teheran un enorme cartellone esposto ieri mostra Soleimani che parla a sua madre – rationalinternational.net Ansafoto

Pochi giorni fa in Siria, in un quartiere a sud di Damasco, era stato ucciso da un attacco israeliano, con tre missili, il generale Sayyed Razi Mousavi, altro pasdaran che spesso appariva accanto a Soleimani. Il delitto ha rappresentato una grave offesa per Teheran, che ha giurato vendetta a Israele. Ora la tensione cresce ancora, con il rischio di una pericolosa estensione del conflitto, coinvolgendo la potenza militare dell’Iran. La Repubblica islamica sostiene direttamente il movimento libanese Hezbollah, protagonista dei frequenti scontri degli ultimi tempi al confine con lo Stato ebraico. Teheran è additata anche per il sostegno ad Hamas e ai guerrieri Houti dello Yemen, anch’essi particolarmente attivi contro gli alleati di Israele.

Era atteso da tempo per domani il discorso del leader di Hezbollah Hasan Nasrallah in onore di Qasem Soleimani, vero e proprio architetto delle operazioni militari iraniane in Medio Oriente. Dopo l’omicidio di Sayyed Razi Mousavi e la strage di oggi, nella ricorrenza dell’attentato statunitense del 2020, l’intervento di Nasrallah potrà assumere un tono decisamente più temibile del previsto, in un contesto mediorientale di escalation militare.

 

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