Tra i buoni propositi del leader ucraino troviamo – ovviamente – la disfatta della Russia. Nel frattempo il Cremlino ribatte al rivale.
La conclusione del 2023 necessita, come da tradizione, la produzione di un bilancio. Volodymyr Zelensky ha dunque concesso un lungo monologo, durante il quale ha ribadito la sua volontà di cacciare in via definitiva le truppe russe dal territorio da lui presieduto. Egli persevera nell’utopica convinzione di poter contrastare efficacemente il rivale, sfruttando i doni militari ricevuti dagli alleati occidentali. Dai discorsi dei leader coinvolti – Putin incluso, dunque – non si percepisce alcuna accoglienza in merito alla negoziazione di un eventuale accordo di pace. L’atteggiamento di entrambi confuta le ipotesi, diffuse nelle ultime settimane dalle testate internazionali, relative ad un prossimo allentamento delle ostilità.
Al contrario, pochi giorni dopo la pubblicazione dell’articolo del New York Times – tra le cui righe si leggeva di un cambio di rotta del gigante russo, il protagonista ha pensato bene di attuare uno dei più tragici e devastanti bombardamenti consumati in terra ucraina. Dnipro, Kharkiv, Odessa, Zaporizhzhia, Leopoli e Kiev sono state colpite contemporaneamente dalle unità esplosive lanciate dal Cremlino. La prova, questa, che non ci sia – almeno per il momento – nessun margine per il dialogo e la pianificazione di un testo che soddisfi le richieste delle Nazioni coinvolte. La furia di Vladimir Putin non ha però intimidito Volodymyr Zelensky, le cui prospettive contemplano un 2024 all’insegna del ferro e fuoco.
2024 in guerra
“L’anno prossimo il nemico subirà le devastazioni della nostra produzione interna” – tuona Volodymyr Zelensky – “che i nostri nemici possano certamente vedere qual è la nostra vera ira“. Benché il Congresso degli Stati Uniti abbia bloccato l’invio dell’ultimo pacchetto di aiuti, il leader ucraino può ancora contare sui rifornimenti in fase di trasferimento, così come sui droni e sull’utilizzo dei nuovi caccia F-16 – che i piloti ucraini si stanno esercitando a manovrare grazie ad un piano di addestramento studiato dalle principali potenze occidentali.
“Gli ucraini sono più forti di qualsiasi intrigo, di qualsiasi tentativo – di minare la coalizione dei nostri alleati” – ha infine concluso. Nel frattempo, durante la visita di Vladimir Putin all’ospedale militare di Vishnevskij, il leader ha ribadito di non aver alcuna intenzione di ridimensionare l’intensità delle operazioni militari: “Non abbiamo alcun desiderio di combattere per sempre” – la premessa che segue la condanna – “Ma non abbandoneremo nemmeno le nostre posizioni”. Durante il discorso, egli ha fatto riferimento alla volontà della comunità internazionale di porre fine alla guerra e, proprio su questo, Putin ha sottolineato: “Solo alle nostre condizioni”.