L’esercito si giustifica e ammette di aver sbagliato munizioni utilizzate durante l’attacco: “danni collaterali evitabili”
Ancora una strage di civili tra i cittadini palestinesi costretti ad abbandonare la città di Gaza dopo l’inizio della guerra tra Israele e Hamas.
Il bombardamento è avvenuto nel campo profughi di Al Maghazi, nella Striscia di Gaza, e ha provocato almeno 106 morti. Sulla responsabilità, almeno questa volta, non ci sono stati dubbi. A colpire è stato l’esercito israeliano, che ha ammesso le sue responsabilità parlando di un errore nella scelta delle munizioni da utilizzare.
“Potevamo evitare danni collaterali”
È stata una vera e propria strage quella avvenuta nella giornata di giovedì all’interno della Striscia di Gaza. L’esercito israeliano ha infatti compiuto un raid colpendo il campo profughi di Al Maghazi, in cui si trovavano numerosi cittadini palestinesi che scappavano dai combattimenti a nord della Striscia. Un attacco che ha provocato ben 106 morti secondo fonti palestinesi, mentre sarebbero circa 86 i decessi stimati dall’Onu. L’attacco è stato subito condannato dalle autorità internazionali e lo stesso esercito di Tel Aviv è intervenuto per commentare l’accaduto, parlando di un errore nella scelta delle munizioni utilizzate durante il raid.
I portavoce dell’esercito israeliano ha infatti dichiarato che l’Idf si “rammarica dei danni” che sono stati causati a seguito dell’attacco rivolto al campo profughi di A Maghazi, all’interno della Striscia di Gaza. Il raid è stato compiuto durante la vigilia di Natale e ha provocato centinaia di morti tra i civili. Il campo profughi colpito, infatti, si trovava in un complesso residenziale densamente popolato. Fin da subito si è pensato ad un attacco proveniente dalle forze israeliane e lo stesso esercito di Tel Aviv, a seguito del raid, ha dichiarato che si è trattato di “un incidente”.
Il portavoce dell’esercito ha infatti dichiarato nella giornata di giovedì che “La tipologia di munizioni utilizzate non era adeguato alla natura dell’attacco“. Inoltre, continua il portavoce, l’attacco ha “causato un gran numero di danni collaterali che potevano essere evitati”. Dunqe un’ammissione di colpa che però non ha convinto in molti, soprattutto per via di numerosi episodi simili. Secondo fonti militare di Tel Aviv sono state avviate delle indagini – tutt’ora in corso – per capire che cosa sia successo davvero. In un comunicato si specifica che l’esercito è al lavoro “per imparare da questo genere di errori”. Secondo le fonti israeliane, l’attacco è stato giustificato in quanto si trattava di distruggere alcune presunte postazioni di Hamas.