I sudisti no, non hanno potuto candidarsi alle elezioni, dopo aver combattuto per la Secessione. E Trump è nella stessa posizione? Per ora no
Il Colorado ha posto un divieto, ma il Michigan no. Alle primarie in Michigan il candidato presidente Donald Trump potrà presentarsi, pur avendo preso parte all’insurrezione del 6 gennaio 2021, quando il Campidoglio fu violato dai manifestanti. Trattasi delle primarie repubblicane, innanzitutto, quindi per una rappresentanza di partito non ci sono dubbi. Anche se insorto o ribelle, il nome del miliardario può apparire sulla scheda delle primarie.
Un passo avanti per Trump, ma non troppo. La soluzione ancora non si vede, dato che la Corte suprema del Michigan ha in effetti ammesso di non aver l’autorità per decidere se il tycoon può concorrere alla Casa Bianca. Deve insomma dare una risposta la Corte Suprema degli Stati Uniti, non di un solo Stato. La CNN ha sottolineato la difficoltà di ottenere un pronunciamento in tempo utile, visto che le primarie iniziano già con il nuovo anno. La scadenza per l’invio delle schede agli elettori militari e stranieri, per le primarie del Michigan, è il 13 gennaio. Si voterà poi il 27 febbraio.
Via libera per l’ex presidente, ma soltanto alle primarie
L’ineleggibilità di Trump dipenderebbe dalla terza sezione del quattordicesimo emendamento, che poneva un limite ai Confederali sudisti. Va detto però che, a un grado inferiore, la Court of Claims del Michigan ha sottolineato che trattasi di decisione politica, quindi non di propria competenza, dato che quella corte valuta la procedura di ammissibilità alle elezioni, non il merito. Perciò era arrivato il parere positivo sul tycoon. La Court of Claims non ha valutato il senso dell’ingresso in Campidoglio. Se sia stata insurrezione o no, nessun giudice l’ha ancora stabilito.
Il gruppo di elettori “Free Speech for People”, che ha intentato la causa per escludere Trump dal voto, ha chiesto poi alla Corte suprema del Michigan una sentenza chiara, che togliesse ogni dubbio. Dunque non hanno potuto ottenere soddisfazione. In Michigan, Donald Trump rappresenta per loro un problema perché il 17 novembre del 2020 fece una telefonata per convincere due funzionari elettorali per convincerli a non certificare il risultato elettorale dello Stato. Era presente, come ha rivelato il Detroit News, anche la presidente del Republican National Committee Ronna McDaniel. Per Trump non bisognava permettere che portassero via il Paese. Il suo staff ha soggiunto che come presidente era suo dovere intervenire in quel modo. Pressioni indebite, per “Free Speech for People”.
Eleggibile o no? La sentenza sarà della Corte Suprema