L’indagine della Guardia di Finanza ha svelato una vera e propria organizzazione occulta che fungeva da “banca”
Sembra incredibile, ma dopo al vicenda della “polizia” cinese in varie località italiane, ora emerge un’altra inquietante realtà, che ha risvolti ben più gravi.
Un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Brescia ha infatti permesso di sgominare quella che aveva assunto a tutti gli effetti le funzioni di una “banca”. Sono ben 21 i cittadini di origine cinese indagati nell’inchiesta, con l’accusa di attività bancaria abusiva. Ecco che cosa è successo.
Perquisizioni da parte della Guardia di Finanza
Gli uomini della Guardia di Finanza, in collaborazione con i colleghi del “Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata”, hanno eseguito delle perquisizioni nei confronti di 21 cittadini cinesi e di 10 società a loro collegate. I soggetti sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio e prestazione abusiva di servizi di pagamento. A questa va aggiunto l’aggravante della transnazionalità del reato. Ad emettere il provvedimento è stata la Procura di Brescia, ma questo ha interessato anche le province di Milano, Cremona, Pistoia, Verona, Bergamo, Reggio Emilia, Bolzano, Udine e Prato. Oltre ovviamente alla provincia di Brescia.
L’indagine è stata avviata nel novembre del 2022 e ha portato a far emergere una vera e propria banda criminale che si era estesa su tutto il territorio italiano. Venivano infatti svolte attività bancarie abusive, mediante l’offerta di servizi solo per i cittadini cinesi. Il sistema prevedeva l’utilizzo di soldi esclusivamente in contanti che venivano fatti circolare nelle comunità cinesi di varie città. I malviventi hanno utilizzato applicazioni informatiche crittografate per poter trasferire denaro non tracciato dall’Italia alla Cina ed eludere i controlli del presidio antiriciclaggio.
Le perquisizioni hanno portato ad alcuni arresti. Sono tre le persone arrestate in flagranza di reato con l’accusa di riciclaggio. Quattro persone sono state invece denunciate per esercizio di giochi d’azzardo e riciclaggio. Altre due per essere entrati in Italia illegalmente. Sono stati inoltre sequestrati 1,2 milioni di euro nell’ambito dell’operazione effettuata in collaborazione con le unità cinofile “cash dog”. La cifra è dovuta al sequestro di sei Rolex di grande valore, numerosi smartphone e dispositivi informatici e cinque macchine contasoldi. La Procura di Brescia spiega come si tratti di un “nuovo fenomeno riciclatorio“, in cui alcuni cittadini cinesi rappresentano il principale interlocutore. Queste attività, spiega la procura, avrebbe portato alla creazione di vere e proprie banche cinesi di origini abusive.