Bombe, droni, missili e truppe d’assalto in azione tra le macerie delle città. Strategie e proclami. E anche oggi morti e feriti in Ucraina.
La guerra non riposa e non si ferma neanche a Natale, che lo si festeggi il 25 dicembre, come fa l’Ucraina da quest’anno, o il 7 gennaio, come la Russia, che segue il calendario giuliano. Festivo o no, il 25 è un giorno di lavoro militare come tutti gli altri. Giorno ideale, da quanto risulta, per completare lo spostamento di tre reggimenti nuovi, appena formati, nella zona occupata attorno a Donetsk. L’intenzione del Cremlino è, però, soltanto rafforzare il controllo sui territori già conquistati.
La Russia sta ancora seguendo, infatti, una strategia difensiva, senza almeno per ora iniziare una vera e propria offensiva. Le operazioni in corso servono insomma solo per consolidare le posizioni esistenti, in modo da togliere fondamento alle rivendicazioni territoriali ucraine, anche in sede di futura trattativa di pace. Se la Russia garantisce sicurezza a un territorio occupato, l’Ucraina non dovrebbe più poterlo considerare proprio.
Come avanzare limitandosi ad azioni di difesa
L’Institut of Study of War di Washington ritiene a propria volta che il trasferimento di truppe, per la brevità del tragitto e del tempo necessario allo spostamento, sia appunto da addebitare a un’operazione di assestamento. E che Mosca guadagni terreno con le sole forze di opposizione a quella che è stata la controffensiva ucraina è un pessimo segno, per lo Stato invaso e occupato, in chiara difficoltà per mancanza di uomini e munizioni.
Intanto, qualche giorno dopo aver fatto sventolare alla periferia di Marinka la prima bandiera bianca, blu e rossa, dalle forze di occupazione è arrivata la dichiarazione d’aver preso totalmente possesso la stessa cittadina nell’orbita di Donetsk. L’effetto atteso sarà una riduzione dei bombardamenti su Donetsk, come ha fatto sapere il ministro della Difesa Sergej Shoigu. Il presidente Vladimir Putin si è congratulato con lui per il successo.
Proclami e smentite sulla linea del fronte
Quest’ultima notizia è stata però contestata dall’Ucraina: a Marinka, città fantasma, ormai devastata dalle bombe, resistono invece alcuni gruppi di combattimento. Che non siano stati giorni di quiete lo dimostrano anche gli scontri nella zona di Kherson. Gli attacchi russi hanno causato la morte di cinque civili. L’Ucraina da parte propria ha colpito nella città di Horlivka, che si trova nella tormentata zona di Donetsk, provocando la morte di una donna e il ferimento di sei civili. Il sindaco di Horlivka ha dichiarato a un’emittente che è stato distrutto un centro commerciale. Non si tratta di grandi battaglie: di pace, tuttavia, non si può affatto parlare.