Scompare misteriosamente dalla prigione russa situata a Mosca, il primo oppositore politico di Putin è isolato a 2000km dalla capitale.
La Russia: una repubblica semipresidenziale nella quale il leader in carica dovrebbe essere eletto dal popolo – questo, almeno in via teorica. Esiste tuttavia la “remota” possibilità che tutto ciò si trasformi in un totalitarismo non dichiarato, nel momento in cui il Presidente si arroga il diritto di neutralizzare tutti i suoi oppositori politici. Alexei Navalny, condannato a diciannove anni di carcere con l’accusa di “estremismo”, è vittima di questo sistema velato. Tanto che, in seguito all’emanazione della sentenza, il Ministero dell’Interno ha inserito nella lista dei ricercati alcuni dei suoi più fedeli sostenitori: la rappresentante della Fondazione anticorruzione, Maria Pevchikh, e il conduttore del canale YouTube Politica Popolare, Dmitri Nizovtsev.
L’accusa in questo caso si fonda sulla “violazione di un articolo del codice penale”, testo che – per altro – non è stato specificato. Eppure, questo basta a Vladimir Putin come giustificazione della “persecuzione” di tutti coloro che osano contraddire la sua figura e proporre un’eventuale linea politica alternativa e indipendente. Il “crimine” commesso da entrambi i collaboratori di Navalny si riassume per lo più nella denuncia dei crimini di guerra commessi in terra ucraina. In particolare ai bombardamenti ingiustificati e all’omicidio dei civili da parte delle forze armate russe. E mentre i pochi “superstiti” tentano di contrastare l’intoccabile leader, Alexei Navalny è sparito dalla struttura penitenziaria dove risiedeva dall’arresto.
Bavaglio agli oppositori
“Chiediamo ancora una volta il suo rilascio immediato” – le parole del Segretario di Stato americano Anthony Blinken – “e la fine della continua repressioni delle voci indipendenti in Russia”. Egli ha espresso pubblicamente la sua preoccupazione in merito all’improvvisa scomparsa di Alexei Navalny dalla prigione situata nel cuore di Mosca. L’oppositore politico risultava impossibile da contattare da diverse settimane. Un arcano svelato poche ore fa, quando la scrittrice ed attivista russa Kira Yarmysh ha spiegato: “Si trova nel IK-3, nell’insediamento di Kharp, distretto autonomo di Yamalo-Nenets” – sottolineando – “Il suo avvocato è andato a trovarlo oggi. Alexei sta bene“.
La nuova struttura penitenziaria, dove Navalny alloggerà, si trova a 2000km da Mosca, nei pressi della città di Vorkuta – nota per le miniere di carbone. Suggestiva scenografia, questa, utilizzata dalle autorità russe inviate nei gulag per il lavoro forzato degli oppositori politici durante i tempi bui. Notti rigide, inverni infiniti e condizioni di sopravvivenza precarie. Questo attende uno dei pochi oppositori politici che, all’epoca del suo percorso di ascesa politica, aveva conquistato oltre il 20% ai sondaggi del 2021. “E’ il posto più isolato del mondo” – ha commentato uno dei suoi sostenitori, Leonid Volkon. Un’operazione preventiva – forse – alle imminenti elezioni del 2024.