I bombardamenti proseguono in maniera quasi indiscriminata e provocano un numero impressionante di morti tra i civili
Chi sperava che l’ultima tregua – durata quasi una settimana – tra Israele e Hamas portasse lentamente ad una fine del conflitto rimarrà deluso.
Dopo la fine del cessate il fuoco, infatti, le armi hanno ricominciato a farsi sentire e il risultato è stato lo stesso di inizio guerra. Una moltitudine di morti tra i civili che è continuata anche negli ultimi giorni. I bombardamenti militari sono andati, così come l’aumento del numero di morti.
Gli attacchi “giustificati” da Tel Aviv
A seguito dell’inizio della guerra tra Israele e Hamas sono stati numerosi i bombardamenti che hanno interessato la città di Gaza. L’incredibile massacro da parte dei miliziani di Hamas perpetrato nella giornata del 7 ottobre, non ha fatto altro che aumentare l’odio e la violenza, la quale si è poi riversata sulla città più grande della Striscia. L’esercito israeliano ha risposto pesantemente, spesso non curandosi di fare una netta distinzione tra gli obiettivi militari e quelli civili.
Lo stesso portavoce dell’IDF, Daniel Hagari, aveva dichiarato di voler distruggere interamente Hamas, ponendo l’enfasi “non sulla precisione, ma sul danno”. Espressioni che hanno poi trovato concretezza nei bombardamenti da parte dell’esercito israeliano, dove sono stati colpiti anche moltissimi civili. In questo modo l’esercito di Tel Aviv ha cercato di colpire i propri obiettivi, a prescindere da quale fosse il rischio di coinvolgere anche civili. Del resto, colpire obiettivi militari di cui gran parte nascosti o addirittura presenti nei tunnel sotterranei della città si è rivelato più difficile di quanto si pensasse.
Ma è innegabile che a Gaza sia stata compiuta – e che venga compiuta tutt’ora – una strage di proporzioni gigantesche, di cui forse non tutti hanno compreso la portata. A Gaza c’è stato un attacco di larga scala anche sulle stesse abitazioni della città, in cui vi erano presenti – probabilmente – miliziani di Hamas – ma anche civili innocenti. Un rischio che Tel Aviv sembra essere disposto a correre, anche a costo di veder aumentare in maniera impressionante il numero delle vittime civili palestinesi. Una guerra che in molti chiedono di fermare, ma in cui forse nessuno sta davvero investendo un impegno decisivo per arrivare ad un cessate il fuoco. Intanto il bilancio delle vittime, almeno fino all’ultimo cessate il fuoco del 23 novembre, era di14.800 palestinesi uccisi a Gaza, di cui 6.000 bambini e 4.000 donne.