L’ex sindaco di New York Rudy Giuliani ha dichiarato bancarotta. E ora ha diritto alla protezione dello Stato, che venderà tutti i suoi beni.
Rudolph Giuliani detto Rudy, ex avvocato di Donald Trump, si è presentato a un ufficio di un tribunale federale di Manhattan, nella metropoli di cui è stato primo cittadino e poi procuratore, con in mano una dichiarazione di bancarotta. E ha chiesto la protezione prevista dal capitolo 11. Negli Stati Uniti possono fallire anche i cittadini, non solo le imprese: la legge fallimentare, equivalente italiano della stessa norma, assicura a tutti, dopo le opportune verifiche, uno scudo contro i creditori.
Precisamente, chi non regge più il peso dei debiti può presentare un piano di risanamento, subendo però l’amministrazione controllata. I beni patrimoniali del famoso avvocato, dunque, saranno messi in vendita dal tribunale per coprire le insolvenze. Che sono particolarmente pesanti. I debiti assommano infatti a 500 milioni di dollari, mentre i beni valgono 10 milioni. Ed è solo l’ultimo gradino del suo declino finanziario, dato che ha già dovuto vendere la sua casa di New York al prezzo di 6,5 milioni.
Come andare in rovina per far vincere Trump
Non è bastato, perché come avvocato di Trump si è esposto in prima persona, al punto da subire querele e perdere cause costose, con risarcimenti danni da far accapponare la pelle. Da avvocato di Trump, Giuliani ci ha messo l’anima, rischiando il tutto per tutto pur di far vincere il suo assistito, non esattamente un santo, vista la durezza e l’estremismo con cui persegue i propri obiettivi politici. Si meritava tanta dedizione? E fino a che punto deve arrivare un avvocato?
L’ex presidente sostiene una diversa idea di democrazia, più autoritaria, lavorando per un cambiamento radicale della politica americana. L’idea stessa di disinteressarsi alla guerra d’Ucraina e forse uscire dalla Nato, o comunque dare una svolta storica alla politica estera della Casa Bianca, rappresenta una scelta ardua e rischiosa. Sostenere una linea simile, oltretutto indebolendo diritti civili consolidati, forse sarebbe stato impossibile senza una dose di entusiasmo e di passione. Che Giuliani a quanto pare ha sfoderato in grande abbondanza, fino a rimetterci la camicia. Paradossalmente, mentre Trump saliva nei sondaggi il suo avvocato finiva sul lastrico.
Un avvocato davvero pronto a tutto per il suo cliente
Una vicenda ai limiti del compassionevole, benché sia l’avvocato che l’assistito lottassero per una politica “cattivista” e del tutto contraria al buonismo. L’ex sindaco della Grande Mela, da campione di audacia espressiva e creatività complottistica, è arrivato persino ad accusare due scrutatrici dello Stato della Georgia di truccare le elezioni presidenziali. Le due donne, però, due impiegate pubbliche, si erano scambiate solo una mentina, non una chiavetta Usb piena di schede elettorali truccate, da copiare sui computer della contea di Fulton, in Georgia.
Giudicato colpevole di diffamazione in sede penale, s’è ritrovato sulle spalle una memorabile condanna di risarcimento danni da 148 milioni di dollari, da sborsare “immediatamente”, perché gli odiatori avevano reso la vita impossibile alle due donne. Questo però è solo il caso più eclatante, fra vari altri. L’avvocato, ecco l’aspra verità, si è tanto esposto da dover pagare fior di parcelle ai suoi stessi avvocati, che ora figurano tra i suoi più acerrimi creditori.
“Tolleranza zero”, vale la pena di ricordarlo, era il suo celebre motto da sindaco. Ora, ironia della sorte, lo può aiutare solo lo stato sociale, se non emergeranno altre risorse, come soldi nei materassi, eredità improvvise, vincite o donazioni. Trump gli ha già voltato le spalle: quando il suo ex legale gli ha chiesto aiuto, il tycoon s’è rifiutato di aiutarlo a pagare i debiti. Giuliani però, con estrema coerenza, persiste. Udita la sentenza di risarcimento danni, a caldo ha subito accusato Joe Biden. Ovviamente.