Gaza, famiglia di 76 persone cancellata

In Palestina la morte non sembra nemmeno più un fatto personale. Si muore in massa, senza che rimanga un solo parente per piangere le vittime

Israele insiste nella sua prova di forza sproporzionata, colpendo ripetutamente la Striscia di Gaza da quasi tre mesi e causando uno sterminio che sembra non avere mai fine. Le informazioni sulle vittime palestinesi tolgono il fiato. Un raid aereo ha distrutto un intero clan di parenti: in tutto 76 persone, che si era riunito probabilmente per affrontare meglio le gravi difficoltà della guerra e della penuria di cibo e di acqua.

Gaza, famiglia di 76 persone cancellata
Il fumo causato dai missili sale nel cielo di Khan Younis – rationalinternational.net Ansafoto

E tutta la parentela è stata uccisa da un missile. La notizia è stata data dall’Associated Press, che riporta come fonte la Protezione civile di Gaza City. Anch’esso in mano ad Hamas, che ha vinto le ultime elezioni e gestisce di conseguenza la pubblica amministrazione all’interno dell’enclave dell’Onu. Una strage che comprende, ancora una volta, molte donne e bambini, come ha riferito il portavoce Mahmoud Bassal.

Missili ovunque, nessuno scampo per i civili

Tra i deceduti compare anche un funzionario dell’Onu, Issam al-Mughrabi, che lavorava per il Programma di sviluppo. Accanto a lui, hanno perso la vita sua moglie e i loro cinque figli. Israele, volendo vendicare il massacro dei civili del 7 ottobre, è caduto nella trappola di Hamas, rintanatosi nei tunnel sotterranei con i propri guerriglieri e gli ostaggi.

Gaza, famiglia di 76 persone cancellata
Anche a Tel Aviv una manifestazione per porre fine al massacro di Gaza – rationalinternational.net Ansafoto

I missili dello Stato ebraico fanno inevitabilmente strage di civili, suscitando orrore e manifestazioni di protesta in tutto il mondo, anche nella stessa Israele. Il cui governo intendeva e intende ripristinare la propria capacità di far paura ai guerriglieri di Hamas, ma l’effetto non è la deterrenza. E’ ben diverso, perché la guerra non sembra avere alcun limite. Il mancato rispetto del diritto dei civili a non essere considerati nemici combattenti fa apparire il conflitto come un mostruoso tiro al bersaglio di persone innocenti, per due terzi donne e bambini.

Bombe sulle abitazioni e rastrellamenti di massa

I morti sono già più di 20mila, tra i palestinesi, mentre la serie incessante di attacchi israeliani rende impossibile soccorrere una popolazione in preda ormai alla fame e alla sete. Cui si aggiunge il rischio di malattie dovute alle pessime condizioni igieniche e sanitarie. Risulta, tra le azioni di Israele dichiarate sabato dall’esercito, anche un ampio rastrellamento di 200 uomini. Dall’inizio del conflitto sono stati trasferiti nelle carceri israeliane circa 700 uomini sospettati di collegamento con Hamas o con la jihad islamica.

Gaza, famiglia di 76 persone cancellata
Un gruppo di rifugiati di Gaza lascia le proprie case – rationalinternational.net Ansafoto

I bombardamenti non risparmiano nemmeno i campi profughi, come quello di Nuseirat, dove si sono contati 25 morti. E’ stato riferito da giornalisti che si trovavano sul posto che tra le 25 vittime, 10 appartenevano alla stessa famiglia, falcidiata da una bomba esplosa senza alcun preavviso. Nei piani di Israele tutti gli obiettivi sono militari, anche scuole e ospedali.

Tra gli altri caduti, c’è anche una giornalista, Haneen Ali al-Qutshan, che lavorava per una radio locale. Israele tra venerdì e sabato ha attaccato in molte località contemporaneamente, da Jabaliya nel Nord a Rafah nel Sud, senza lasciare respiro ai palestinesi, considerati sempre, volenti o nolenti, come parte integrante di Hamas, dal quale non si possono distinguere. E a Jabaliya, come confermato da fonti locali, si sono verificati scontri a fuoco tra i soldati di Tel Aviv e i guerriglieri di Hamas e della Jihad.

 

 

 

 

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