La corsa alle elezioni presidenziali americane prosegue: Biden in crisi, mentre Donal Trump rischia la legittimità della candidatura.
Scegliere il “meno peggio”: una presa di coscienza che appartiene tanto egli elettori italiani, quanto a quelli statunitensi. Le prossime elezioni presidenziali costringono i cittadini ad un bivio: votare per un 81enne che fatica a mantenere i ritmi governativi consueti oppure per un controverso imprenditore alle prese con processi giudiziari federali. “Fa questo da tutta la vita e vuole sempre strafare” – le parole di Ted Kaufman, amico di lunga data del Presidente in carica. I collaboratori di Joe Biden cominciano a nutrire seri dubbi riguardo le condizioni di salute del candidato democratico. La first lady controlla le ore di sonno del marito, così come l’osservazione di un regime dietetico sano ed equilibrato.
I cittadini statunitensi osservano rassegnati i movimenti del buon vecchio Joe, nella speranza che il partito democratico proponga un candidato per lo meno al di sotto della soglia dei 70 anni. Le politiche interne ed estere, attuate negli ultimi mesi, non hanno certo contribuito a riaccendere la fiamma dell’entusiasmo. Al contrario non hanno fatto altro che assorbire le ultime particelle di ossigeno necessarie per la sua sopravvivenza. Il tasso di disoccupazione è relativamente diminuito, è vero, ma ciò non toglie che l’inflazione e la precarietà dilagante caratterizzino fastidiosamente la quotidianità degli elettori. Per non parlare poi del categorico rifiuto di molti di accettare il modus operandi del governo rispetto al conflitto israelopalestinese. Joe Biden, in sostanza, non ne fa una giusta. E Trump?
Corsa alle presidenziali
La Corte Suprema del Colorado ha escluso Donald Trump tra i possibili candidati, decisione che nasce dall’invadenza dei procedimenti giudiziari e dall’inaccettabile fedina penale dell’ex inquilino della Casa Bianca. Un duro colpo per il controverso imprenditore, un epilogo che potrebbe costargli le prossime presidenziali. Per quanto – almeno per il momento – gli elettori sembrino indifferenti ai precedenti discutibili del tycoon, quanto accaduto in Colorado potrebbe implicare un’escalation di rifiuti dagli altri Stati membri.
Dai sondaggi emerge che il 62% dei repubblicani sarebbe disposto a sostenere Donald Trump anche laddove venisse condannato ufficialmente per i crimini per i quali è stato condotto a processo. Ricordiamo che le accuse a suo carico si riassumono in sequestro di documenti governativi riservati – trattenuti presso la sua abitazione a Mar-a-Lago – coinvolgimento nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, interferenza nel voto della Georgia ed infine pagamento di un’attrice di film porno. A questo proposito, il 58% degli americani ritiene il miliardario colpevole di crimini federali, mentre un quarto dei suoi sostenitori – in seguito alla sentenza della Corte Suprema del Colorado – ha dichiarato di desiderare un candidato sostitutivo.