I soldati sono stanchi. Dopo 22 mesi di guerra, vogliono tornare a casa e invocano le nuove leve. L’esercito ucraino ormai ha i capelli grigi
L’amor di patria entusiasma, dà energia e slancio, facendo sì che le armi non pesino, almeno finché non ci si accorge che in guerra, inevitabilmente, prevale la forza. Purché sia forza armata e organizzata, naturalmente, di cui la Russia riesce a disporre molto più agevolmente e contro la quale la disponibilità al sacrificio non basterà mai. I giovani ucraini si sono resi conto di quel che accade al fronte, contro un esercito più numeroso e meglio munito. Sui social network, infatti, sono apparsi video che non lasciano molti dubbi sulla pericolosità delle truppe russe. E la voglia di immolarsi sulle barricate si è spenta rapidamente.
Così la divisa, al di qua del Dniepr, ha perso fascino. I giovani, se appena possono, disertano ed evitano il fronte per lasciare il Paese numero considerevole. Di conseguenza gli appelli che ancora provengono dall’esercito risuonano tardivi, se non disperati. Benché la propaganda bellicista abbia accuratamente nascosto l’emergenza, Kiev non riusciva ad arruolare soldati in numero sufficiente per sopperire alle perdite. Anche perché la controffensiva sarebbe stata praticabile soltanto grazie a un numero di uomini molto maggiore, dato che le armi, l’esperienza e l’abilità strategica favoriscono i russi. Va tenuto presente che chi attacca viene esposto al tiro al bersaglio del nemico.
Fuga di massa da un sacrificio inutile e crudele
I volontari, d’altro canto, si sono rarefatti, rispetto al primo periodo dell’invasione. La Russia, invece, è riuscita a rafforzare l’esercito senza attingere più di tanto alla leva, in modo da non subire la contestazione delle famiglie. Dopo vent’anni di guerre, Mosca riesce a ricambiare l’organico necessario a estendere confini e zone di influenza. E’ stato necessario attivare almeno una quarantina di milizie private, solo ultimamente costrette a giurare fedeltà alla bandiera e al presidente della Federazione. Il Cremlino, inoltre, ha mandato in battaglia molti carcerati.
Dall’altra parte del fronte, i metodi di reclutamento applicati dall’Ucraina sono sotto accusa. Critiche molto ingenerose, come se i giovani dovessero sentire innanzitutto il bisogno di morire in battaglia. In estate, il presidente Volodymyr Zelensky ha licenziato tutti i dirigenti dei centri regionali di reclutamento, perché corrotti. Non è tuttavia riuscito a mettere in atto un sistema di arruolamento migliore. Sono 200mila, statistiche alla mano, i cittadini ucraini che si sono sottratti alla carneficina, scappando all’esterno clandestinamente, per riapparire come immigrati in altri Paesi. E l’esercito ha 500mila soldati.
Combattere stanca: gli ufficiali chiedono il cambio
L’agenzia di stampa Afp ha riportato le dichiarazioni di alcuni ufficiali, che rivelano come il 40% dei militari di Kiev abbia più di 45 anni. Occorre nuovo personale, giovane e motivato, in modo che i soldati più anziani possano tornare a casa, dato che combattono dall’inizio dell’invasione del loro Paese. Hanno parlato chiaramente il maggiore Oleksandr Volkov, comandante di un battaglione della ventiquattresima brigata meccanizzata, e il tenente Igor Prokopiak. Il ricambio è diventato tanto indispensabile quanto improbabile.
Ma come possono essere soddisfatte le loro richieste? Da alcune settimane, oltretutto, a Kiev si fa sentire la protesta delle mogli dei soldati ucraini. La popolazione viene decimata, gli uomini che non si sono potuti permettere di corrompere le commissioni di reclutamento hanno dovuto vedersela con l’artiglieria russa. Zelensky ha emanato provvedimenti speciali, che consentono di arruolare anche donne e persino disabili, ovvero feriti che tornano a combattere. Il risultato però è stato carente, tanto che si fa sempre più legittima la domanda se davvero non sia stato possibile prevedere difficoltà così gravi.