Israele: gli scontri continuano ed aumentano anche le tensioni tra gli Stati membri dell’ONU nella gestione del conflitto.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è in una situazione di stallo sulle risoluzioni riguardanti la tregua a Gaza. C’è un grande impegno da parte degli Stati Uniti e dei Paesi Arabi nelle trattative per giungere ad un accordo. Nonostante ciò la comunità internazionale è in ansia di fronte agli attacchi incessanti.
La bozza presentata dagli Emirati Arabi, che propone una “pausa dei combattimenti” è al centro di nuovi negoziati tra i membri del Consiglio di sicurezza. Tuttavia, la discussione ha evidenziato divergenze significative tra gli Stati membri, complicando il percorso verso una risoluzione condivisa. Il rappresentante degli Stati Uniti, Robert Wood, ha riaffermato la condanna degli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Inoltre ha sottolineato la necessità di liberare i prigionieri. Inoltre, gli Stati Uniti, insieme ad altri Paesi, hanno sollevato obiezioni sulla mancanza di una condanna esplicita delle azioni di Hamas.
La proposta di “cessazione delle ostilità” è al centro di un ulteriore dissidio tra gli Stati Uniti e altri membri del Consiglio. Essi infatti preferirebbero l’inclusione della dicitura “sospensione delle ostilità.” Durante la riunione dell’ONU, il coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, ha criticato i passi compiuti da Israele per consentire gli aiuti a Gaza. Ed anche il presidente Joe Biden è oggetto di critiche sempre più forti per la gestione del conflitto a Gaza.
Il Qatar ha intrapreso azioni diplomatiche, con il primo ministro Mohammed bin Abdulrahman Al Thani che si è incontrato con i capi della Cia e del Mossad israeliano per discutere un potenziale nuovo accordo finalizzato al rilascio dei civili e dei militari detenuti a Gaza. Hamas, dal canto suo, ha diffuso un video che mostra tre anziani israeliani tenuti in ostaggio, suscitando condanne internazionali. Il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, ha definito il video “terrore atroce”.
I dati sulle vittime civili a Gaza continuano a crescere, con oltre 200 persone morte nelle ultime ventiquattro ore. Il totale delle vittime ha superato le 20 mila, di cui più di un terzo sono bambini, secondo le autorità sanitarie locali. Israele, in risposta alle crescenti pressioni internazionali, ha dichiarato la disponibilità a una nuova tregua umanitaria per favorire il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Il presidente Isaac Herzog ha dichiarato: “Israele è pronto per un’altra pausa umanitaria e per altri aiuti in modo da rendere possibile il rilascio degli ostaggi.”
In uno sviluppo significativo, Human Rights Watch ha accusato Israele di commettere un crimine di guerra, affermando che sta usando la fame dei civili come metodo di guerra nella Striscia di Gaza occupata. La dichiarazione della Ong ha sollecitato i leader mondiali a condannare questo presunto crimine di guerra. Nel tentativo di alleviare la situazione umanitaria a Gaza, Israele ha aperto il valico di Kerem Shalom per consentire l’ingresso di maggiori aiuti umanitari. Questo rappresenta un segnale di apertura dopo mesi di restrizioni sull’accesso dei camion da Rafah insieme all’Egitto.
In conclusione, mentre il Mar Rosso continua a essere il palcoscenico di attacchi ripetuti, la comunità internazionale rimane in attesa di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, mentre gli sforzi diplomatici si intensificano per porre fine a una delle crisi umanitarie più gravi degli ultimi tempi.
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