A Tel Aviv sono convinti che la guerra debba continuare e che si sta combattendo anche per il bene dell’Europa
Il conflitto in Medio Oriente tra Israele e Hamas continua a tenere banco, mentre la politica della regione cerca di inquadrare lo scontro nel contesto che gli è più favorevole.
Durante l’assemblea della Knesset, il parlamento monocamerale di Israele, si fanno affermazioni pesanti su quello che sarà il futuro della guerra e su quali siano le cause che l’hanno scatenata. Ma poi si fa un riferimento anche all’Occidente e al pericolo che correrebbe.
Il pericolo per l’Europa
Sono giornate complesse per la politica internazionale, israeliana e per il Medio Oriente. Michal Bitoin, politico israeliano ed ex ministro degli Affari strategici e per le questioni civiche presso il Ministero della Difesa, ha pronunciato parole che fanno ben comprendere qual è l’idea in capo a molti esponenti della politica di Tel Aviv. La priorità politica, secondo Biton, sembra essere quella di continuare i dialoghi con l’Arabia Saudita, fino ad arrivare alla firma degli accordi di Abramo. Un accordo che potrebbe davvero portare ad una svolta nel dialogo tra molti dei Paesi arabi e Israele ma che, per Tel Aviv, in molti vorrebbero ostacolare.
L’attacco di Hamas del 7 ottobre, secondo i vertici israeliani, avrebbe avuto proprio questo come obiettivo. Ma Biton parla anche dell’Iran e del suo ruolo nel cercare l’instabilità dell’Occidente. Nelle stanze della politica di Gerusalemme spiegano nei dettagli come Teheran sia riuscita ad armare Hamas e ad addestrare i miliziani che ne fanno parte. Parlano anche dell’enorme quantità di denaro che è stato spostato come i finanziamenti e i sostegni economici.
Poi si parla anche di Occidente e di Europa, con un messaggio forte che ha l’obiettivo di mettere in guardia il vecchio continente. Secondo alcuni esponenti della politica israeliana, infatti, “molti di loro pensano che l’Europa debba essere controllata dai Paesi arabi”. Della stessa idea è il ministero degli Esteri, secondo cui Israele starebbe combattendo “una battaglia che potrebbe arrivare anche in Europa e in diversi Paesi europei”. Ad affermarlo è l’ambasciatore Daniel Meron, che però non ha voluto concedere altre spiegazioni pubbliche alla stampa. Insomma, una situazione piuttosto complessa, soprattutto dal punto di vista politico e diplomatico. La guerra tra Israele e Hamas, dunque, non è affatto finita e le prospettive dicono tutte che il confitto sarà lungo, ma soprattutto sanguinoso, purtroppo, per i civili palestinesi.